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Amabili interviste per la Horti di Giano. Si racconta: ‘Viviana Maria Nobile’.

Eccoci amabili lettori, dopo una lunga pausa ritorniamo a farvi conoscere una nuova penna a dir poco interessante. Parlo di quella che appartiene a Viviana Maria Nobile, autrice dotata di grande fantasia e voglia di evadere dalla turbolenta realtà. Per la casa editrice Horti di Giano, la Nobile ci ha introdotto nel suo mondo d’inchiostro ovvero Ritorno a Barastiria, romanzo fantasy avventuroso dalle sfumature epiche, di cui potrete leggere la mia recensione sempre sul sito, in uscita domani. Inoltre l’autrice sarà presente in un’intervista in diretta Venerdì 23 luglio dalle 10.30 alle 11.30 direttamente nella pagina ufficiale Amabili Facebook. Intanto, eccovi le risposte per soddisfare alcune curiosità.

Intervista a cura di Elisa Mura

Ritorno a Barastiria è il tuo romanzo di esordio. Qual è stata la scintilla che ti ha trascinato nel mondo della scrittura?

La necessità di scappare dalla quotidianità. È la prima frase che mi viene in mente pensando a questa domanda. Ho iniziato a scrivere per bisogno a sedici anni, scribacchiavo su un foglio di Word o di Pages, immaginando dialoghi tra papabili eroi, guerrieri e altre identità astratte che vivevano solo nella mia testa. Passavo molto tempo a fantasticare su mondi che non esistevano, stare in quella dimensione era un balsamo per i miei nervi provati dallo studio, dalle incombenze indesiderate e dalla routine che non mi piaceva per niente. Quando scrivevo, e tuttora mi succede, ma con più consapevolezza, non c’era nulla che potesse farmi del male, ero come entrata in un nido isolato dal mondo. Mi sentivo invincibile.

Barastiria, e tutto ciò che sta intorno a questa città-dimensione fantastica, com’è nata, hai tratto ispirazione da qualcosa in particolare?

La maggior parte delle ambientazioni e dei personaggi descritti nel romanzo, sono frutto di sogni che faccio mentre dormo. Sono tratti magari da film, romanzi che ho già letto, serie TV che ho apprezzato, e di notte la mia testa si prende a braccetto con la fantasia per creare questi mondi sconfinati, dove tutto sembra irreale e, nel mentre, si ha la percezione che non lo sia. Queste lande verdi, in cui il cielo è dell’azzurro più cristallino, il vento che scuote le fronde degli alberi e le criniere grigie degli ayloid, sono tutti sogni, specialmente le creature che ci sono a Barastiria.

Parliamo dei nomi. Essendo un fantasy i nomi dei personaggi, creature e dei luoghi sono inusuali. Come li hai scelti; hanno dei significati?

Domanda curiosa! Alcuni nomi li ho inventati io di sana pianta, guardano al personaggio che avevo creato. È l’immagine e il carattere di quel determinato personaggio a suggerirmi il suo nome. Per esempio, il personaggio principale, questa ragazzetta di venti anni, aveva in origine il nome di Persefone, che per la mitologia greca era la sposa che Ade rapì nei campi della Sicilia. Poi mi resi conto che era un nome sin troppo complicato, e da Persefone è virato a Sora, quasi come fosse un nomignolo, e tale è rimasto. Se leggerete il romanzo, noterete che ho introdotto molti abbreviativi ai nomi dei personaggi, soprattutto a quelle figure che ai miei occhi sono famigliari, quasi volessi trattarli da figli: da Reveo a Rev, da Astaroth ad Asta, il quale è uno dei pochi ad avere un nome già esistente. Astaroth, nella demonologia, è uno dei principi dell’inferno.
I nomi dei luoghi sono inventati di sana pianta, sempre secondo le impressioni che mi suscitavano mentre li costruivo. L’unico luogo ad avere un nome inglese è il Doom, che significa destino o fato; chi leggerà il libro capirà perché ho dato questo nome all’arena da combattimento più importante di tutta Barastiria.

La protagonista è Sora, una ragazza dallo spirito guerriero, leale, che racchiude un potere anche a lei sconosciuto. C’è qualcosa di te in lei o ha un’impronta totalmente differente?

Sora è un po’ ciò che vorrei essere io nella vita. Una ragazza con una resilienza alta, uno spirito di sacrificio e una determinazione tali da conquistare tutto ciò che desidera. Ha le idee chiare, sa quello che vuole e riesce a scindere tra giusto e sbagliato con una obiettività quasi fredda, meccanica. Quando i suoi demoni prendono il sopravvento sul suo raziocinio, lei, invece di combatterli, li accoglie quasi esorcizzandoli e ciò la rende una persona migliore, più forte. L’unica cosa che entrambe abbiamo in comune è la voglia di prenderci cura degli altri, la soddisfazione di essere d’aiuto ci appaga sempre. Probabilmente non è Sora il personaggio con cui mi rispecchio maggiormente, ma non posso dire altro.

Nel romanzo si parla spesso di tradimento tra amici, fratelli, guerrieri. Nella vita reale, credi che tutti meritino una seconda possibilità?

Assolutamente sì. Tutti hanno il diritto di una seconda chance. Sbagliare fa parte del corso naturale dell’essere umano, e saremmo ipocriti a condannare chi sbaglia quando nessuno di noi è perfetto. Il tradimento tra fratelli è un tema che affronto più volte nel romanzo, perché desidero che si ponga l’attenzione a un punto sempre trascurato o poco considerato ma di fondamentale importanza: il perdono. Perdonare qualcuno non solo ci porta la pace che meritiamo, ma può essere decisivo per l’altro che, in fondo, vuole davvero redimersi da ciò che ha fatto. In un certo senso, il gesto del perdono annulla i sentimenti negativi di vendetta e odio, e porta pace a entrambe le parti. E si sa, la pace è sempre il punto di partenza per la costruzione di grandi civiltà e crescita individuale, nonché simbolo di unione.

Altro personaggio di spicco è Reveo, re Faelita e incredibilmente affascinante. Quanto ancora c’è da scoprire su di lui? E, soprattutto, ci sarà un seguito?

Reveo è un personaggio con delle responsabilità davvero gravose. Ha sulle spalle il peso dell’intera Barastiria, e per questo da tempo ha rinunciato ad ascoltare i suoi bisogni e i suoi desideri per servire il suo popolo. Quando diventi leader e gli altri cominciano a dipendere totalmente da te, ti scordi di te stesso e metti al primo posto il loro benessere. Ma Reveo è un dio del fuoco che per troppo tempo ha vestito i panni di un monarca quasi annullato dalle beghe famigliari. Si sa, quando il troppo stroppia, poi, si finisce per esplodere, e spesso le prime persone a essere colpite da questa frustrazione sono quelle che più ti stanno a cuore. Sono certa che nel futuro non sarà più così tollerante e qualcuno si farà male per causa sua.

Sei un’amante del fantasy come me. Pensi che in Italia questo genere sia sottovalutato, ridotto a occupare un posto di nicchia? Oppure sono gli autori italiani a venire penalizzati?


Amo il fantasy più della carbonara, e ho detto tutto. Sì, temo sia un genere un po’ ignorato dai lettori, perché reputano si tratti di una lettura banale e inutile, questi sono i commenti che ho letto in giro nei social e nel web riguardo al tema. Quello che non si comprende, è che il fantasy è uno dei generi più semplici e fluidi che possano esistere, e in quanto variegato e libero da ogni tipo di schema concettuale o procedurale, si possono inserire al suo interno una miriade di importanti tematiche sociali e non solo. L’importanza dell’amicizia, dell’amore, della cooperazione tra fazioni avverse, dell’accettazione del diverso, della comprensione di chi non la pensa come noi; tutto ciò si può facilmente trovare in un libro fantasy, ed è proprio questo che ci porta la lacrimuccia quando finiamo di leggere quel determinato romanzo. Ci entra dentro con una facilità estrema, ci porta a viaggiare in mondi meravigliosi che quasi quasi vorremmo che divenissero reali. Il fantasy è un genere magico, che porta effettivo giovamento alla persona, e parlo per esperienza personale. Basta guardare al successo di Harry Potter o Il Signore degli Anelli, i loro personaggi sono diventati icone di ispirazione per migliaia di persone!

Quali sono i tuoi romanzi preferiti? Sei una lettrice onnivora o ti poni dei limiti?


I miei romanzi preferiti sono quelli che mi hanno fatto davvero piangere fiumi e fiumi di lacrime. Tra i miei preferiti spiccano Il priorato dell’albero delle arance, la saga dell’Attraversaspecchi, la duologia di Sei di Corvi (Leigh Bardugo è un ingegnere magistrale della letteratura fantasy), Thea Harrison e la serie Razze Antiche, Kresley Cole e la serie sul mondo del Lore. Ho un debole per i libri di Marion Zimmber Bredley e il suo ciclo di Avalon, la reputo una maga al pari di Morgain. Ultimamente, più per cultura personale e studio dei vari assetti letterari in un romanzo, sto apprezzando autori come Ken Follett, Virginia Dallamore, Ildefonso Falcones e Valerio Massimo Manfredi. Come noterete, nessuno di questi autori scrive fantasy, ma sono per lo più romanzi rosa e storici. Leggo di tutto!

Nella vita di tutti i giorni di cosa ti occupi, hai altre passioni e sogni nel cassetto?

Io ho una casa editrice, la Strige Edizioni, nata nel maggio del 2020 e tuttora attiva. Abbiamo pubblicato tre saggi al momento ma mi piacerebbe puntare su qualcosa di narrativa generale o, perché no, su qualche fantasy! Il mio sogno non è diventare una scrittrice, piuttosto vorrei che i libri che scriverò nel futuro vengano amati dai lettori che, come me, hanno dei desideri su ciò che vorrebbero trovare in un romanzo, e io non vedo l’ora di farli divertire e impazzire. Essere apprezzata dal mondo dei lettori, sapere che gioiscono con me delle avventure che scrivo, è il mio sogno più grande, più di diventare una scrittrice. Che poi, al giorno d’oggi, in cui chiunque scrive, cosa vorrebbe dire essere scrittore? Me lo sono sempre chiesto, e mi sono accorta che la risposta poi non mi interessa così tanto. Se i miei libri non sono un buon prodotto letterario e non piacciono al pubblico, è inutile autoproclamarsi autore o scrittore. Preferisco la definizione “una che scrive”, poi sarà il tempo e i lettori a decidere se sono una scrittrice oppure no.

Domanda finale di rito: progetti futuri?


Sicuramente continuare a scrivere, leggere e cercare nuovi romanzi da pubblicare con la casa editrice Strige Edizioni. In cantiere c’è un nuovo romanzo, diverso dalla saga di Ritorno a Barastiria, scritto in terza persona e ambientato in un mondo in stile Medioevo. Sarà un romanzo dal gusto decisamente piccante, ma non posso dire molto. Spero di terminarlo per fine estate, poi comincerò a cercare un editore che voglia pubblicarlo. Se Ritorno a Barastiria lo considero come il mio primo figlio adorato, e lo guardo con affetto e devozione, questo secondo romanzo dalla verve un po’ audace lo fisso sempre con occhio malizioso. So già che sarà carico di storie d’amore tormentate, fuoco e… magia.

Grandi prospettive, quindi. Grazie ancora a Viviana Maria Nobile per la disponibilità e cortesia. Continuate a seguire le nostre interviste, nuove storie ed emozioni. Alla prossima.

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