Intervista a cura di Daniela Sardella.
Amabili lettori eccoci con il nostro speciale appuntamento Intervista. Questo spazio è dedicato ai nostri Autori in diversi Format. Un Format studiato da Amabili prevede: Articolo Intervista Scritta, Recensione testo e infine, da pochissimo, abbiamo inserito le nostre Live dove andiamo ad approfondire e conoscere meglio chi crea i nostri amati libri. Anche questa settimana abbiamo il nostro speciale ospite, in questo caso molto speciale. Con noi Simone Colaiacomo: scrittore nonché fondatore della CE Horti di Giano. Parleremo del suo personale percorso, parleremo di Dysangelium, libro scritto dal nostro ospite e tanto tanto altro!
Qui sotto potete leggere le prime domande poste a Simone, ma se volete sapere qualcosa in più seguiteci nella Diretta sulla nostra pagina Ufficiale Amabili FB. Quando? Venerdì 16 alle ore 18.30. Non Mancate!
Prima di ogni altra domanda chiediamo al nostro ospite una
presentazione. Quindi chiediamo: Chi è Simone Colaiacomo?
Domanda mai banale. Ci sono vari aspetti di me che sono emersi negli anni e mutano tuttora, tali da portarmi a cercare le emozioni in diverse forme d’arte. Dopo una formazione psicologica e criminologica, sono diventato formatore di discipline informatiche ai ragazzi di scuola media e allo stesso tempo editor di libri e sceneggiatore di graphicnovel. Ma sono anche uno scrittore appassionato che ama sperimentare attraverso commistioni di generi narrativi anche distanti tra loro, e al tempo stesso poeta e saggista. Insieme ai libri, altra mia grande passione è la musica, come polistrumentista e compositore con la band progressive Karmablue. Da cinque anni sono speaker radiofonico con la trasmissione Genius Loci su Stap Radio. Che dire, non mi annoio!
Quando si è appassionato al mondo della lettura? C’è qualcuno che l’ha condotta verso questa strada?
Ho avuto la fortuna di avere una nonna che aveva a casa una stanza intera adibita a biblioteca, con le quattro pareti ricoperte da libri sino al soffitto, ben ordinati in due file. Ricordo che passavo le ore in quella stanza a prenderli e sfogliarli, immaginando le storie che la lettura dei titoli mi ispirava. Poi ho avuto la fortuna di avere insegnanti di italiano che, dalle elementari alle superiori, mi hanno fatto amare la letteratura. C’erano notti in cui mi svegliavo di colpo perché una frase o un verso mi rimbombava in testa, e senza accendere la luce prendevo la penna e un foglio che tenevo sempre sul comodino e scrivevo la frase al buio, scoprendo poi la mattina seguente che per metà erano state scritte sulle lenzuola, per la gioia di mia madre! Altro bel ricordo è quando chiedevo ai miei genitori, da piccolo, il significato delle parole che non conoscevo e loro mi invitavano sempre a prendere quei grandi volumi dell’enciclopedia Treccani che avevano comprato con grandi sacrifici, per abituarmi a ricercare sulla carta e non limitarmi a chiedere. Bellissimi ricordi!
Dalla Biografia molto dettagliata possiamo apprendere varie notizie sul percorso ricco e prestigioso. Ha esperienze in vari settori tra cui la musica e ovviamente la scrittura oltre a questo è psicologo e criminologo. Essendo noi curiose, quando ha scelto di creare la Horti di Giano e perché ha intrapreso questa strada?
Il desiderio – ma dovrei direi l’esigenza – di dar vita a una casa editrice, si è presentato in me perché ho sempre coltivato l’idea di un’editoria sana, corretta, che sappia valorizzare il bello che molti autori sconosciuti cercano di proporre a fatica e difficilmente trovano spazio, poiché devono affrontare il mare magnum di questa realtà. Soprattutto la presenza di fin troppe case editrici a pagamento che rovinano l’editoria, ha portato i lettori a non fidarsi più delle proposte nuove, temendo che l’autore, “questo sconosciuto” che presenta il suo libro, potrebbe non essere valido. Il risultato è che i lettori vanno sul sicuro, leggendo i soliti noti. Horti di Giano cerca la scintilla che sta tra le parole di una frase, la melodia di un verso o di un paragrafo che sappia incantare e far fantasticare, l’idea geniale che saprà stupire. E unire la scrittura alle immagini attraverso illustrazioni presenti in ogni volume, secondo noi può rendere ancor più speciale e unico ogni libro. Il mio sogno editoriale è che i lettori sappiano che una pubblicazioni delle Edizioni Horti di Giano è una garanzia di qualità.
Sempre dalla biografia possiamo notare che ha diversi scritti alle spalle ma oggi parleremo di uno in particolare, ovvero Dysangelium. Da dove nasce l’ispirazione?
Dysangelium è un romanzo che ha avuto una genesi particolare: iniziato nel 2012 come un’avventura fantasy con il classico viaggio dell’eroe, è diventato negli anni prima un libro contenente spunti filosofici sul conflitto tra Chiesa sana e Chiesa corrotta, e poi in parallelo anche tra Chiesa e nichilismo, per dar forma a nuove prospettive, a opportunità di crescita, all’ideale della collaborazione finalizzata alla crescita. Un anno prima della sua pubblicazione ha inglobato la sua attuale dimensione fantascientifica post apocalittica poiché è scattata in me, in modo più evidente, una sensibilità rivolta all’esigenza ecologica. #SalvareLaTerra è l’hashtag che accompagna il mio romanzo, perché ritengo sia importante diffondere un messaggio di rispetto verso il nostro pianeta: se rispettando la Natura, di conseguenza rispettiamo noi stessi e chi verrà dopo di noi. Perché dobbiamo pensare a cosa rimarrà ai nostri figli e ai nostri nipoti. Quello che facciamo oggi con il buon senso è la più importante eredità che potremo lasciargli.
Puoi illustrare a grandi linee di cosa parla Dysangelium?
La storia inizia con un grande “se”: come sarebbe il mondo oggi se nel 1962, in piena guerra fredda, fosse esploso il conflitto nucleare tra USA e URSS? Come sarebbe stata la vita per quasi sessanta anni in bunker sotterranei per i pochi sopravvissuti, stremati e sempre più decimati? E che pianeta avrebbero trovato una volta emersi? Terremoti, eruzioni vulcaniche, piogge acide in una Terra invivibile dove il sole è perennemente coperto dalle nubi tossiche. Una nuova razza di mutanti sopravvissuta alle radiazioni, che ha pagato a caro prezzo la sopravvivenza, subendo delle deformazioni fisiche e mutazioniche li hanno resi mostri regrediti alla stregua di animali feroci. Due fazioni nemiche che si dividono l’Europa e un viaggio da compiere in occasione dell’imminente Conclave, nelle terre selvagge di un’Italia alternativa, distopica, abitata dagli Abomini.
Parlando della storia articolata ambientata in tempi passati. È una storia che vede pensieri contrastanti tra religione e forze militari. Come mai questa scelta?
Da sempre, chi detiene il potere in modo egemone sa che il miglior strumento per tenere buono il popolo è mantenerlo nell’ignoranza. Mettere al bando quasi tutti i libri è il primo passo. Poi la sudditanza nei confronti della Chiesa che, mettendo a disposizione dei bunker fatti costruire in previsione della catastrofe, si è posta nel ruolo di salvatrice dell’umanità e pertanto da rispettare e venerare dopo lunghe manipolazioni. Ho estremizzato il ruolo di parte della Curia perché contrastasse con quei religiosi rimasti fedeli al credo originario lasciato da Cristo, perseguendo il messaggio dell’Amore, della solidarietà, della tolleranza. Si evidenzia anche il tema del “diverso” che non va a mio avviso visto come nemico, ma è un semplice punto di vista differente dal mio. Non è detto che il “giusto” debba necessariamente trovarsi dalla mia parte, perché si può crescere di più e meglio ampliando i propri orizzonti, vivendo empaticamente, accettando gli altri per quello che sono e ragionare insieme a loro, al fine di evolverci in una direzione positiva e migliorativa, non solo criticando ciò che non accettiamo per partito preso o che, talvolta, semplicemente non capiamo.
Qui si parla di scelte, si parla di fede estremista ed egoista. Quanto questa storia può esser paragonata a ciò che succede oggi?
Si può fantasticare quanto si vuole nel creare una trama di un romanzo, ma spesso ci si accorge che la realtà può anche superare la fantasia. La corruzione di qualche membro della Chiesa c’è e c’è sempre stata. Cardinali, vescovi, sacerdoti sono comunque uomini. Questo per dire che la Fede non protegge automaticamente dalla debolezza umana. A volte però diviene uno scudo che fa credere a questi individui, che dovrebbero rappresentare in qualche modo una divinità, di poter approfittare della posizione privilegiata che occupano, invece di mettersi a disposizione dei fedeli. È brutto da dire, ma lo sporco si nasconde negli angoli della casa. Inoltre non c’è una religione giusta e una sbagliata. Di giusto o sbagliato c’è semmai un approccio alla vita, un relazionarsi alle persone, mettendosi al servizio di se stessi anziché di chi ha bisogno.
Come è nato il titolo e la particolare bellissima Cover?
Dysangelium nasce da un termine utilizzato da Nietzsche in uno dei suoi scritti da cui ho preso ispirazione per creare il “manifesto” dell’esercito nichilista e delle fortezze sotto il loro controllo. Vuol dire “cattiva novella” in opposizione al Vangelo che sarebbe quella da quasi duemila anni considerata “buona”. Questo manifesto è in contrasto con le figure corrotte della Chiesa e dà, al contempo, dei dettami sullo stile di vita. C’è parecchia filosofia nichilista, ma nell’accezione positiva. Lo stimolo al miglioramento è alla base del significato del libro, ma bisogna fare attenzione al lato oscuro di ognuno di noi, poiché a travisare il bene e ridurlo al suo opposto non ci vuole poi tanto. La cover rappresenta un abominio, e la ragazza con la maschera è KeiraKnights che è una dei protagonisti della storia, che avrà un ruolo importante nella vicenda narrata.
Sappiamo che Dysangelium è tra i 20 finalisti del concorso nazionale “Una storia per il cinema”. Può dirci qualcosa in più? Come si sente, le sue emozioni nel vedere un figlio di carta andare avanti verso prestigiosi successi?
Senza dubbio è stata un’emozione forte vedere la cover di Dysangelium tra i 20 finalisti di un concorso nazionale a cui hanno partecipato più di 500 autori. Ho sempre dedicato la mia vita agli altri, trascurando le mie passioni, nel senso di non promuoverle poi più di tanto. Quest’anno ho deciso di dedicarlo un po’ a me stesso, perché sento che sia necessario anche diffondere un pensiero in cui si crede fortemente, e non lasciarlo stampato in un libro chiuso. L’aspirazione di veder trasformato in film un proprio libro penso possa essere accomunata a tutti gli scrittori, ma le probabilità sono sempre piuttosto basse. Sapere che degli esperti del settore hanno valutato positivamente il mio romanzo, al punto da essere considerato valido per la realizzazione di un film, è per me già di suo importante, a prescindere dall’esito finale del concorso. Vuol dire che mi trovo sulla giusta via e continuerò a scrivere e a migliorarmi parola dopo parola, perché non si finisce mai di crescere.
Che ruolo ha il suo lato artistico, il suo lato da compositore e musicista nella scrittura?
La musica fa parte di me da sempre. Sono cresciuto in casa con due sorelle maggiori che suonavano una il pianoforte e l’altra la chitarra, e già da piccolo posavo le mani sui tasti del pianoforte e improvvisavo, senza conoscere la musica. Ascoltavo un assolo di chitarra nelle musicassette – erano gli anni ottanta – e li riproducevo con la chitarra elettrica che mi aveva regalato mio padre, una Eko Diavoletto C11 con la quale ho composto poi molti brani. Dal 2014 faccio parte dei Karmablue, una band progressive con la quale ho realizzato nel 2018 l’album “Né apparenze né comete” per Atmans Record, suonando il basso e le tastiere. Fondo spesso musica e letteratura, poiché ho la consapevolezza che le parole hanno un suono ben preciso, se poste in un dato modo, e la composizione musicale è in grado, attraverso l’insieme degli strumenti che la mettono in scena, di parlare e trasmettere attraverso il suo linguaggio che penetra rapido nell’animo umano, suscitando forme diverse di emozioni. Per unire ancor più queste due arti, ho dato forma alla mia trasmissione radiofonica, fondendole.
Come Autore cosa consiglierebbe a uno scrittore che vorrebbe intraprende, per la prima volta, questo percorso?
Oggi l’idea che tutti possano scrivere un libro è comune. Ognuno è libero di farlo, ci mancherebbe, è giusto provare se lo si vuole. Ma invito sempre a non avere fretta di pubblicare. Perché un libro è la nostra estensione e l’inesperienza può giocare brutti scherzi. Prima di scrivere bisogna leggere e leggere, perché si assorbono stili, metodi, ritmi narrativi e molto altro. L’idea è importante, basilare, ma un’idea senza una struttura portante ben congeniata porta al fallimento. Altra chiave essenziale è affidarsi a un editor competente – non la zia insegnante o la cugina che va all’università – perché conosceranno senz’altro la grammatica italiana, ma un libro è anche altro: ritmo, linea narrativa, utilizzo di sinonimi, gestione dei tempi narrativi e molto altro ancora. Presentare un libro a un editore con errori o che non sta in piedi porta a dei rifiuti. E un editore che investe sull’autore non pubblica un romanzo con tali carenze. Un editore a pagamento pubblicherebbe anche la lista della spesa, ma ne vale la pena? Poi c’è il self publishing, interessante alternativa per certi versi – sempre che il libro valga – ma a lungo andare non porterà quasi mai grandi risultati, perché stare dietro a un libro è faticoso e solo una casa editrice seria è in grado di gestire certi ritmi e entrare in determinati meccanismi.
Ci vogliono tre P: Passione, Pazienza e Perseveranza.
Se parliamo di Progetti Futuri, cosa dobbiamo aspettarci dalla penna di Simone Colaiacomo?
Tra i vari obbiettivi per questo 2021 mi sono posto la pubblicazione con un grande editore. Non anticipo ancora nulla ma mi sono affidato a un’Agenzia Letteraria seria, la Brassotti Agency che mi sta seguendo per un romanzo che ho scritto nell’aprile del 2020 che fa parte di una pentalogia, ed è uno spin off di Nostra Signora delle Ceneri, un romanzo che ho pubblicato nel 2017 e che tra pochi giorni uscirà in una seconda edizione con dei contenuti inediti. Intanto sto lavorando a due graphicnovel con due bravi illustratori che stanno disegnando queste mie storie e dovrebbero uscire per Horti di Giano uno il prossimo settembre e l’altro a febbraio 2022. Infine sto lavorando a un altro romanzo, un thriller poliziesco dalle sfumature gialle e sovrannaturali per un altro progetto. Penso possa fermarmi qui con la lista creativa!
Grazie per avermi messo a disposizione questo spazio interessante e… Buone Amabili Letture!
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