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“L’ inverno in estate” di Nicoletta Bosio

Dettagli Prodotto:

  • Editore: Edizioni Italiane; Unexpurgated edizione (20 settembre 2020)
  • Lingua: Italiano
  • Copertina flessibile: 332 pagine
  • ISBN-10: 8894539016
  • ISBN-13: 978-8894539011
  • Peso articolo: 465 g
  • Dimensioni: 14.8 x 1.8 x 21 cm

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Recensione a cura di Giusy Sardella

“Un conto è sapere che non hai mai avuto una vera famiglia, un altro scoprire improvvisamente che invece una famiglia ce l’hai … e magari piange per tutto quello che sa di aver perso e che invece gli apparteneva”. Questo è il pensiero di un ragazzino di appena otto anni, Miguel, uno dei protagonisti principali della bellissima storia narrata da Nicoletta Bosio, pensiero molto profondo per la sua tenera età, costretto a crescere troppo in fretta e sottoposto a frustranti angherie di un bruto di nome Raul, direttore del Circque De Pétites Étoiles, un circo inusuale e con attrazioni che non hanno nulla a che fare con animali. Raul è un uomo avvezzo a rapire e schiavizzare bambini per addestrarli in numeri di spettacolo pericolosi tanto da perdere la vita e una volta che questi raggiungono i dodici anni, li getta via come fazzoletti usati consegnandoli nelle “amorevoli cure” di un nuovo aguzzino, nascosto in vesti di religioso. È il 1956, il destino del piccolo Miguel si intreccia a quello di Nicole allorché dopo un’ esibizione, si ritrova nascosta in un angolino, testimone di un anonimo e insolito funerale. Il magro corteo è pronto a tumulare un minuscolo corpo esanime sotto una coltre di terra bagnata da un’ incessante pioggia. Quello che più temeva accadde in un’ istante proprio quando l’ esibizione giunse al culmine. Mille domande attraversano i pensieri di Nicole, che saranno anche i nostri, perché i visini di quell’esiguo nuvolo di bimbi non ha un sorriso felice? Chi ha rubato la loro spensierata infanzia?

Bimbi felici e sorridenti degli anni ’50, questo è quello che ritrae la copertina del libro scritto da Nicoletta Bosio. Bimbi intenti a giocare a più non posso, con tutta l’energia immaginabile e irrefrenabile di quell’età, mai stanchi, sempre pronti a scatenarsi da mattina a sera, fino a quando la voce di chi si prende cura di loro li richiamava a casa per cena. Gli anni più belli, i sei, sette, otto anni, fino alla prima età dell’adolescenza, i dodici anni, quando si è costretti a rallentare un po’ con il gioco e la spensieratezza dell’ età innocente. Quei visi ritratti al culmine della loro scalmanata allegria sono contornati dall’azzurro del cielo estivo che infonde pace e tranquillità, che ricorda le onde del mare mai ferme, come gli animi dei fanciulli pieni di voglia di vivere. Bella immagine davvero, che riscalda il cuore.

Quella foto ci porta indietro nel tempo, quando tutto era genuino, quando i ragazzini, anche i più piccoli, potevano giocare in strada senza pericoli, quando una bella fetta di pane e pomodoro era la merenda più gustosa che potesse esserci, e poi ancora visi di bimbi felici. Poi le feste di paese, le bancarelle, le nonne al telaio a raccontare storie, e ad ascoltare sempre fanciulli spensierati, con sorrisi a volte sdentati ma sempre gioiosi, pronti a ricevere una carezza affettuosa. Di tanto in tanto arrivava una ventata di novità: appena fuori dal centro abitato, si ergevano imponenti tendoni e per la gioia di quei bimbi felici, appariva il fantomatico “Circo”. Mia madre mi raccontava che per lei il circo era un mondo fatato, tanto fatato da desiderare di farne parte, fatto di lustrini scintillanti e luci sfavillanti, nonché di musica avvincente, suonata dall’orchestra ingaggiata per l’occasione, capace di creare suspense per le esibizioni pericolose, eseguite da acrobati e funamboli impavidi, talvolta divertente nell’accompagnare le rocambolesche e bislacche movenze di variopinti pagliacci. E’ proprio in questo contesto che la storia dell’autrice Nicoletta Bosio prende vita. Solo che il contesto si rivela totalmente diverso da quello che ci aspettiamo, dove il sorriso della felicità è preclusa a un pubblico ignaro della realtà vissuta dai circensi, che hanno una particolarità: sono solo bambini dai sei ai dodici anni e da tempo hanno perso il sorriso di gaie creature, perché rapiti e poi schiavizzati da un uomo con l’animo di un orco famelico nonché subdolo abbindolatore e distruttore di sogni infantili.

Ho riflettuto tantissimo sul titolo di questo libro, mi sono chiesta che senso avesse quella frase “L’inverno in estate”, questa domanda mi ha accompagnata fino alla fine del racconto. Procedendo nella lettura, la risposta prendeva corpo, mi sono resa conto che questo titolo aveva senso, e parecchio. Sono stata travolta dalle emozioni, a volte dall’angoscia, a volte dalla felicità, volevo essere lì nel racconto, in quella dimensione d’altri tempi, per aiutare a mettere a posto alcune situazioni, che hanno fatto nascere in me un senso di impotenza e rabbia a causa di quest’ultime. Come vi sentireste voi madri, padri, sorelle, fratelli se vi dicessero che uno di quei bambini spensierati sarebbe stato strappato via dal vostro profondo affetto ignari della loro sorte? Che effetto avrebbe su ciascuno di voi se scopriste l’altra facciata del mondo fatato di un circo, rivelandosi poi il PEGGIORE degli INVERNI ? Che fine avrebbero fatto quei sorrisi felici ritratti in una foto contornati dal blu conciliante di un cielo d’estate? Quella di Nicoletta Bosio è una storia davvero toccante, nulla impedirà alle lacrime di solcare il vostro volto quando leggerete di Gaelle, di Remedios, di Miguel, di Ramon e della piccola Mimì, nonché della coraggiosa giovane Nicole. Pagina dopo pagina anche voi vi renderete conto cosa significa per un bambino, una ragazza, una moglie, una famiglia, vivere alcuni incubi peggiori come la violenza, il maltrattamento, lo sfruttamento e abusi su minori e l’inganno per mano del fato oscuro fattosi uomo e carnefice, sarà come vivere, giorno dopo giorno, in una dimensione che è sempre la stessa, fredda e cupa come l’inverno, che nessun raggio di sole, anche il più splendente nel culmine dell’estate, sembra non poter rischiarare. Potrà mai l’Inverno tramutarsi in estate? Potranno mai i nostri piccoli amici ritrovare l’infanzia perduta, il calore di una famiglia e avere il sorriso di bimbi felici come i fanciulli ritratti in copertina? Nicoletta Bosio ha la capacità con le sue pagine, che si lasciano leggere scorrevolmente, di coinvolgere il lettore, facendo leva su argomenti quali coraggio, altruismo, complicità, comprensione ed empatia. I suoi protagonisti, benché molto giovani e sottoposti a prove molto più grandi delle loro possibilità, sono disposti a tutto per il bene altrui, inoltre insegna che, nonostante la tenera età, si diventa padroni di una maturità acquisita dalle avversità, quella maturità che il sapore dell’ amore disposto a sacrificare tutto per il bene del prossimo.

“Inverno in estate” di Nicoletta Bosio è da leggere ASSOLUTAMENTE. Dal momento esatto in cui lo farete, saprete quanto è importante ritrovare la serenità nei dolci visi di bimbi felici.

Complimenti dal profondo del cuore.

Sinossi

Raoul, uomo losco e malvagio, gestisce un circo itinerante senza animali dove gli artisti sono bambini dai sei ai dodici anni. A quell’età, giudicandoli troppo grandi, li “passa” a Don Pedro, un finto prete che in realtà ha ben altri scopi che farli diventare dei ferventi religiosi. Si intrecciano alle loro disavventure la storia della piccola Gaëlle, che sfugge al padre tiranno, e quella di Nicole, una diciassettenne che incontra per caso i bimbi del circo.

Notizie sull’autrice

Nicoletta Bosio è nata a Milano. Dopo aver vissuto cinque anni nella provincia di Mantova, è tornata a Cusano Milanino, il paese che ama alle porte di Milano. Ha scritto sei romanzi: Alex, ovvero Alexander Manning del 2011 L’inverno in estate del 2012 Il cerchio chiuso, anch’esso del 2012 La vita allo specchio, del 2014 Jackie cammina nell’ombra del 2016 Calma apparente del 2018 (appena uscito)

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