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“La Giusta Via” di Daniela Merola

Dettagli prodotto:

  • Editore: LFA Publisher (9 febbraio 2021)
  • Lingua: Italiano
  • Copertina flessibile: 290 pagine
  • ISBN-10: 8833433102
  • ISBN-13: 978-8833433103

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Recensione a cura di Jennifer Gaspari

Buongiorno cari Amabili, eccoci qui, ad una nuova recensione, ad una nuova storia, alla ricerca di nuove parole che possano descrivervi in maniera corretta e onesta ciò che mi ha trasmesso il libro di cui vi parlerò oggi. Innanzitutto vi vorrei dire che mi sono completamente immersa tra le righe di questo romanzo e non sono riuscita a staccarmici mai. La mia sete di sapere, la fame di capire, la voglia di comprendere dove volesse arrivare l’autrice e fino a che punto si sarebbero spinte le vite dei protagonisti, mi ha letteralmente incollata alle pagine, mi ha risucchiata in un mondo letterario vorticoso e asfissiante, in una trama che non dà scampo alle emozioni e a quelle sensazioni sotto pelle che ti graffiano lo stomaco.

Sto per aprirvi la porta verso una favola al contrario, verso una di quelle storie che non vi lasceranno gli occhi a cuoricino, ma che invece vi tatueranno nell’anima una scomoda, amara e contorta relazione amorosa; una di quelle che mettono i brividi, che vi faranno incazzare, innervosire, sperare in una qualunque sorta di raddrizzamento di rotta. Siete pronti? Perché Daniela Merola ha creato per noi un’irreale realtà che vi sconquasserà le giornate e vi farà sorgere, nel profondo, un’infinità di domande.

“La Giusta Via”

Avevo già avuto il piacere di leggere “Marta, un soffio di vita”, il primo romanzo di Daniela e, già da lì avevo capito che a questa scrittrice piacciono le protagoniste di un certo spessore. Già da allora, infatti, Merola ci aveva presentato una figura controversa, per nulla facile sia da capire, sia da amare, con un passato assolutamente poco facile, dal carattere forte ma assolutamente emotivo. Non cambia direzione qui, facendoci inoltrare nella storia di Madame Sossio. Margherita non è una figura che amerete. Certo, a momenti tiferete per lei, a momenti la compatirete, in altri vorreste abbracciarla, ma proverete nei suoi confronti un fastidio costante. La protagonista de “La giusta via” sarà una donna risoluta, poco avvezza a sentimentalismi, molto carnale, molto fisica, ma allo stesso tempo poco concreta, poco realista. Avrete a che fare con una donna dalle spiccate capacità intellettive, dotata di una notevole cultura, raffinata, artistica e sapiente. Una donna che a prima vista sembra l’emblema della forza femminile, che pare aver preso scelte di vita importanti e coscienti; una donna che porta avanti un lavoro impegnativo, in giro per il mondo, di quelli che mettono a dura prova perché principalmente popolati da uomini; una donna che combatte ogni giorno per mantenere in piedi un matrimonio che fin da subito vi sembrerà sbagliato, malfatto, soffocante, intollerabile. Ma, come si suol dire “l’apparenza inganna”. Pagina dopo pagina spoglierete Madame Sossio di quella veste di apparente sicurezza e vi ritroverete davanti Margherita che si manifesterà in tutto il suo turbamento, nel suo totale smarrimento. La mente di Margherita vi farà provare un incessante senso di irrequietezza, di ansia, di inquietudine.

Margherita sarà la protagonista attorno alla quale l’intera narrazione vorticherà, ma non sarà l’unico personaggio di cui vi dovrete occupare. L’altra principale personalità che Merola farà uscire dal suo cappello, sarà uno dei più odiosi e ripugnanti uomini di cui leggerete. Devo ammettere che in qualche piccola occasione, durante la lettura, mi è parso di aver scorso un minuscolo tentativo di salvataggio da parte di Daniela, verso quest’uomo dall’esecrabile esistenza, ma forse era solo una mia trascurabile speranza, quella di poter credere in un futuro cambio di rotta; ma a parte questo avrete di fronte un personaggio orrendo, brutale, violento, ripugnante…avrete a che fare con il marito di Margherita: Augusto. Augusto sarà il perfetto complice di una vita all’insegna della vendetta, della continua volontà di sfuggire da una realtà mai accettata, dell’incessante ricerca di un dolore che scacci il dolore, di un credere di avere qualche cosa da scontare. Augusto sarà per Margherita quel tentativo di incanalare angosce troppo forti da sopportare, quell’amore tormentato dal quale non riuscire a staccarsi, quell’incubo dal quale voler fuggire.

Volontà e prigionia, attrazione e repulsione, amore e odio.

Margherita e Augusto vivranno la loro estenuante relazione immersi in un mondo fatto solo di dolore, amarezza, disperazione, rammarico. In nessun momento sospetterete che quello che entrambi provano l’un per l’altra sia qualcosa di anche lontanamente paragonabile all’amore. Sarete certi, fin dalle prime pagine, del fatto che ciò che unisce questi due coniugi sia un qualche cosa di malato, marcio, eccessivo. La possessione compulsiva di Augusto nei confronti della moglie e il senso di ossessione sentimentale di Margherita per il marito, la maniacale ricerca di attenzioni di Augusto, la continua richiesta di conferme di Margherita, i messaggi, le telefonate, il tono seccato delle loro conversazioni, la freddezza feroce e violenta delle loro relazioni sessuali…tutto vi sembrerà sbagliato, e tutto sarà esattamente quel che sembra: eccessivo. Ogni singola parola pronunciata, ogni azione, ogni incontro vi direzioneranno verso la consapevolezza di avere due protagonisti eccessivi, smodatamente esagerati, marchiati da una relazione completamente fuori controllo. In più di qualche momento mi è sembrato di ritrovarmi tra le pagine di “Wuthering Heights” e di ritrovarmi davanti due moderni Catherine e Heathcliff. Personaggi esasperati da un amore folle e impossibile. Come qui, un amore che, forse, avrebbe potuto essere diverso se vissuto da qualcun altro. E’ come se nella mescolanza di una amore universale, Augusto e Margherita avessero subìto uno sbaglio di destinazione l’un per l’altra, e forse anche nel mondo.

Due vite che, ad osservare con occhio realistico, potrebbero essere quelle di chiunque, ma proprio a loro capiterà, invece, di vivere questa storia, e in qualche modo ci ritroveremo anche a pensare che ci dispiace sia toccato a loro di interpretare questi scomodi e spiacevoli ruoli. Il fatto è che Daniela Merola costruisce una cronaca romanzata sgradevole, ma assolutamente concreta, di una coppia qualsiasi messa al centro di una lente d’ingrandimento viscerale e arroventata. Fin da subito inquadrerete entrambi i personaggi in una posizione ostile sia nei vostri confronti, sia tra loro. Non vi aspetterete una sorta di crescita, di rinascita, ma sarete lì ad osservare il baratro assieme a loro, con la sensazione perenne che il fondo possa arrivare da un momento all’altro. C’è un concetto che Daniela sintetizzerà perfettamente attraverso due parole che sembra siano state create per descrivere la loro relazione: “cannibalismo sentimentale”. Sembra quasi che entrambi siano inghiottiti da questa passione guasta, entrambi nella piena consapevolezza di quanto sia sbagliata e deleteria, ma ambedue assolutamente incapaci di uscirne, di staccarsene, di uscire dal pantano anche solo boccheggiando, anche solo per una sorsata d’aria pulita. Li darete per spacciati, ma non capirete come e quando raggiungeranno quell’apice di negatività implicita della loro storia.

Attorno a loro due, conoscerete anche personaggi secondari di alto livello, ognuno dei quali non soddisferà mai appieno la vostra voglia di ritrovare, in almeno qualcuno di loro, quella giusta via racchiusa nel titolo. Anelerete una qualche forma di positività, ma la verità è che Merola carpisce uno dei significati della vita, mostrandoci quanto non sia scontata una rappresentazione del bene nella vita di ognuno di noi. Ci fa capire quanto a volte, quel vortice maligno inglobi tutti noi, perché non esiste il buono e il cattivo, esistono vite che affrontano ostacoli e diventano sporche perché incapaci di galleggiare; esistono personalità nate senza speranza di redenzione; esistono circostanze che non possono che renderci carnefici; esistono vinti senza vincitori.

La verità di Daniela Merola è una verità amara, penosa, acre, ma è sempre comunque una verità esistente, e il non volerla vedere non cambia il fatto che la si debba affrontare. Esiste però una giusta via a cui aggrapparsi, quella giusta via che condurrà Margherita verso il suo destino e che farà scorrere la narrazione verso una direzione precisa che vi terrà appiccicati alle pagine, con una sorta di voyeurismo masochista. Saremo un po’ giustizieri anche noi, ci sentiremo inermi davanti alla fatalità del racconto, ma gusteremo ogni singola goccia di un racconto inverosimilmente estremo, dai sentimenti aridi, dal continuo definire amore ciò che amore non è, dalla voglia di poter entrare tra le righe di un romanzo e cambiarne la direzione.

Un romanzo dalle tinte assolutamente opache, che si legge con rabbia e rammarico, con una violenza emozionale che lascia l’amaro in bocca e la speranza assopita in un cassetto polveroso. Una scrittura convincente, che non tralascia nemmeno un istante di comunicare tutta l’asprezza che una vita come tante può rinchiudere in sé. Una crescita stilistica che balza all’occhio fin dalle prime battute, un contenuto forte, un messaggio intriso di acrimonia, un luogo impenetrabile rinchiuso nella mente che offre l’unico barlume di felicità e che diviene pagina dopo pagina il solo punto di arrivo, l’unica strada da percorrere, quella soluzione disperata che resta l’unico punto fermo di un’esistenza di finzioni, quella che, per Margherita diverrà la giusta via.

Complimenti vivissimi a Daniela Merola per aver creato un mondo quasi asfissiante, in cui il disagio diventa la normalità, in cui Margherita e Augusto portano a galla quella visione distorta di una vita senza aspettativa, in cui noi, forse, continuiamo a cercare di intravedere quella speranza, che capiamo di non dover perdere mai. Loro forse non la troveranno, ma noi, non la dobbiamo abbandonare nemmeno per un momento, per non essere come loro, per cercare una giusta via che ambisca ad un paradiso e non ad un inferno.

Buona Amabile Lettura

Sinossi:

Cos’è la realtà se non un campo di battaglia dove combattere le delusioni e le sconfitte? È quello in cui credono i protagonisti di questa storia tumultuosa, Margherita e Augusto. Magari si può trovare rifugio in una “giusta via” che possa essere ristoro. Non è difficile addentrarsi in essa, basta crederci, e Margherita lo fa. Cosa significa amare? Possesso, crudeltà, dominio, umiliazione, complicità? Fin dove si può arrivare per questo sentimento? E fin dove arriveranno i due protagonisti?

Biografia Autrice:

“Nata a Napoli, Daniela Merola, prende la maturità al liceo classico “Garibaldi”, laureata poi in lettere moderne presso la “Federico II”. Svolge un master di inglese presso la “American studies center”. Diplomata maestra d’asilo. Daniela, si è subito interessata di comunicazione ed informazione creando con una amica di Livorno la fanzine “new power generation” dedicata alla rockstar Prince e ne ha curato tutta la lavorazione, dall’impaginazione alle risposte ai fans, ai contatti con i manager inglesi e americani del divo. Ha frequentato un corso di editoria presso il “centro studi di italiano Napoli” vincendo uno stage come ufficio stampa per l’associazione culturale “librincircolo”. Ha frequentato un corso di dizione e doppiaggio partecipando anche ad alcuni jingle radiofonici . Ha curato l’ufficio stampa per la prima edizione della fiera del libro “ricomincio dai libri”, per alcuni scrittori e altri professionisti e per il teatro anfitrione di Roma. Giornalista pubblicista ha lavorato per testate giornalistiche come “primapaginaonline.it”, “ newsly.it”, “ragguagliami.org”. Ha organizzato eventi culturali a Napoli e Roma; “#unlibrosospeso, ha ideato il format “occasioni d’inchiostro” e “libridine a teatro”. Si occupa di editoria, teatro, cinema, eventi culturali in genere. Ha partecipato a vari premi letterari. Ha organizzato a Palazzo Reale di Napoli l’evento “Napoli, vulcano di positività” per la piattaforma “the bright side”. Blogger, presentatrice e organizzatrice di eventi culturali, scrittrice e sceneggiatrice, fa parte della giuria del Premio letterario “Terre di Guido Cavani” e della giuria del premio letterario “Fondazione Premio Napoli”

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