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Sinossi:
Vienna, 1904 – Dorothea di Saxe-Coburg e Gotha-Kohary ha appreso da adolescente a riservare al pianoforte tutte le passioni del suo cuore. Alla veneranda età di ventitré anni, nonostante il lignaggio reale e la dote principesca, si trova a dover ridimensionare le proprie aspettative matrimoniali.
Gunther di Schleswig-Holstein è un figlio cadetto con un titolo senza valore, che vanta un singolare talento per il violino e uno spiccato fiuto per gli affari. Alla soglia dei quarant’anni, ciò che gli manca è una moglie di ottima razza, con un patrimonio considerevole.
Determinati ad affrontare il matrimonio con il proverbiale distacco che li accomuna, scopriranno che la musica è un linguaggio che non ammette simulazioni, perché anche gli accordi studiati nei minimi dettagli riservano talvolta bizzarri e impetuosi imprevisti.
Recensione a cura di Jennifer Gaspari:
“Credo fortemente che le due autrici abbiamo creato qualcosa che dovrebbe avere un seguito, che abbiano trovato un’intesa davvero importante che non debba essere abbandonata. (…) Complimenti ragazze! Un risultato eccellente sia per l’intesa linguistica sia per quella narrativa. Ina e Leopold non li dimenticherò facilmente e su Gunther spero che mi farete contenta.”
Ho deciso di iniziare così questa recensione, citando una fonte forse non degna di nota, ma piena di aspettative ed entusiasmo: me stessa. Solamente qualche mese fa, ero qui, nello stesso punto in cui mi trovo adesso e stavo scrivendo la recensione di “Centro” di Amalia Frontali e Rebecca Quasi. Ricordo perfettamente il mio stato d’animo, la vibrazione dei miei pensieri ancora rivolta a quello scoccare di amori e frecce che mi avevano fatto vivere Ina e Leopold e quanto sperassi, anelassi e desiderassi che le due autrici decidessero di raccontarmi anche la storia di Gunther che, già all’epoca, era senza dubbio rientrato per merito d’animo, nel mio Olimpo personale fatto di figure maschili letterarie di cui avrei potuto innamorarmi.
Ed ora, eccomi, con immenso piacere, incanto e delizia a confermarvi che sì, per Gunther, Signore e Signori, non potrete che perdere la testa!!!
Inizia così, nella Vienna del 1904, il nuovo romanzo di Amalia e Rebecca, uno spin off all’indietro, che decide di approfondire l’incontro di due dei personaggi più stupendi di “Centro” il primo volume di questa Saga incantevole. Le due autrici non potevano scegliere modo per rendermi più felice. Non ho mai fatto mistero, infatti, di essermi invaghita di Gunther già quando tutte le attenzioni erano centrate sul suo cognatino spadaccino. Ahimè, avrei voluto sentir raccontare la storia dello sbocciare di un amore oltre il tempo e lo spazio tra un uomo affascinante, dal talento musicale spiccato, dall’animo nobile e che fa dei valori morali la sua bandiera riconoscitiva, e una insospettabile blogger da strapazzo che non si sa come, quando o perché si incontrano come per magia…vabbè assolutamente irreale ed irrazionale, ma non si sa mai con queste due autrici cosa ci si può aspettare. Era decisamente più consono, sensato e giudizioso aspettarsi, invece, il racconto di come un Amore come quello di Dora e Gunther sia potuto venire alla luce. Devo dire che, con grande rammarico di quella povera blogger rimasta a bocca asciutta, questo duo funziona alla grande!
Dora, o meglio Dorothea di Saxe-Coburg e Gotha-Kohary sarà la fortunata protagonista di “Accordi”. Avevamo già conosciuto Dora in “Centro”, l’adorata sorella di Leopold, quella che aveva la fama di ribelle, quella che avevamo già invidiato per essere stata scelta da quell’affascinante pianista di cui però vi parlerò più tardi. Dora che, nonostante l’antipatia concorrenziale, non riusciremo a non amare. Dora che fin da subito ci incanterà al pianoforte, con un talento libero e privo di altezzose boriosità, ma ricco di eleganza e raffinatezza che tolgono il fiato. Dora che ci farà tenerezza ogni volta che dovrà prendere una decisione perché sembra essere dotata di una semplice ingenuità spontanea e naturale, ma che saprà stupirci sfoderando un ingegno e una maturità quasi insospettabili. Dora che incarna un po’ tutte noi che non andiamo pazze per quella vanità sprezzante di cui le donne dell’epoca erano portatrici. Dora che ha una vita difficile alle spalle, nonostante la giovane età, a causa di una madre che deciderà di smettere di sopravvivere ad una esistenza di accordi presi per convenienza, e di vivere un amore basato sugli accordi del cuore, e soprattutto per colpa di un padre che sembra essere l’incarnazione dell’anti-Gunther: spietato, senza anima e senza umanità, avvezzo solo al potere e allo schiacciare ogni persona attorno a se stesso. Complimenti ragazze, un personaggio più odioso mi risulta difficile ricordarlo! Dora, di cui Gunther si innamorerà perdutamente. Dora dagli ammalianti occhi blu, che non lasciano scampo ai sentimenti di un uomo che fino ad un attimo prima cercava moglie su un catalogo (che trovata sconvolgente quella!).
Dora, la donna più fortunata di sempre.
E poi Gunther, l’uomo perfetto. Ve lo assicuro, ho cercato continuamente qualche cosa che me lo potesse far scendere di livello, ma in ogni singola pagina di questo libro, Gunther vi farà pensare a quanto vorreste averlo incontrato voi (non ditelo a mio marito però). Gunther, Duca di Schleswig-Holstein, di buona famiglia certo, ma in cerca di un matrimonio favorevole, di un buon accordo, misurabile con un ricco assegno magari. Gunther dal fascino irresistibile, sempre posato, mai irrequieto, dalla razionalità pulita, ma machiavellica all’occorrenza. Gunther che un bel giorno, incontrerà la donna della sua vita ad un’asta di spartiti musicali e si batterà all’inverosimile per uno spartito solo per poi… ovviamente non ve lo dico che cosa ne farà. Gunther dai baffi incerati che accantonerà l’idea di una moglie facile da assoggettare e sceglierà Dora, dal passato burrascoso e poco incline ad abbassare la testa, ma che lo incanterà con la maestria di una musica seducente e audace, con la quale instaurerà un rapporto fatto di note ammalianti e intrecci accordati dal fato.
Gunther che sceglierà Dora, e mai più nessun altra.
Una storia che non ha il benché minimo difetto, un amore per il quale faremo il tifo in ogni istante, personaggi che vi faranno precipitare in un subbuglio emotivo (ed ormonale) come poche altre volte. Ah, conoscerete anche un Leopold che vi farà sorridere pensando a “Centro” e che capirete più a fondo, che vi stringerà il cuore e che vi verrà voglia di cingere in un abbraccio sussurrandogli “Non temere, presto non sarai più solo”.

E poi le canzoni al pianoforte, che magia! Ad ogni componimento sembrava che i due divenissero una persona sola. Ad ogni nota pareva che il destino si stesse compiendo, ad ogni accordo i due si innamoravano un po’. Ho letto il libro ascoltando i meravigliosi suoni emessi dai loro strumenti e per ogni bacio e ogni carezza tra i due, nasceva una nuova musica, si scriveva una nuova melodia, sbocciava un’armonia mai udita. E posso dire che Debussy ha una nuova spassionata fan, che poi altri non è che quella povera dimenticata blogger.
Ma “Accordi” non è solo una storia d’amore, è un romanzo composto da due tessitrici di stili. “Accordi” è una combinazione eufonica di dialoghi intriganti, lettere mai spedite, istruzioni pre-matrimoniali spassosissime (e ricche di simbolismi legati all’agricoltura), un intreccio di personaggi che diverranno un’unica grande famiglia sulla quale contare sempre e comunque, un delinearsi di personalità originali ed autentiche, una serie di accordi musicali che daranno il “La” a vicende rocambolesche e ad altre dalla sensualità appassionata.
E’ tutto ciò che potreste cercare in un romanzo!

Dopo “Centro” la sfida era di continuare un filone credibile, forte e vincente e devo assolutamente constatare che Amalia e Rebecca l’accordo lo devono aver fatto col Diavolo per essere riuscite a superare di nuovo le mie aspettative! Fanno di nuovo “centro”, ma lo fanno attraverso le note di un pianoforte e un violino, accordati alla perfezione in un’esibizione degna di ogni teatro, (anche di quelli nascosti nei sobborghi, quelli da Weber per intenderci). Non fanno mistero della loro dimestichezza nel dialogare con il linguaggio dell’epoca, non si tirano indietro davanti alla creazione di personaggi complicati ed enigmatici, non si intimidiscono nel riportare conversazioni vivaci e di natura ortofrutticola, non si fanno intimorire da personaggi che sembrano non voler seguire le indicazioni delle loro creatrici, ma mantengono ben salde le briglie e perfettamente impavide e competenti disegnano un romanzo dalle innumerevoli sfaccettature melodiose e armoniche.
Ora voglio ben vedere, care ragazze, come ve la caverete col prossimo… di chi ci racconterete le vicissitudini? Io un altro personaggio che meriterebbe un romanzo tutto suo, ce l’avrei anche in mente, chi lo sa se prenderete gli accordi giusti e farete centro anche nel prossimo capitolo… Intanto non posso che applaudire alla vostra bravura e al talento che sprizza da ogni singola parola di questo indimenticabile libro!! Ah e non perdetevi i Contenuti Speciali che trovate qui sotto… ne vale la pena!! (e la carota pure)
Buona Amabile Lettura
Se volete leggere anche la recensione del primo volume della Saga: “Centro”, la trovate qui.
Contenuti Speciali:
Abbiamo il piacere di lasciarvi anche i contenuti speciali di “Accordi”. Rebecca ed Amalia nella loro geniale capacità di dar vita ai personaggi delle storie che creano, hanno forse esagerato un pochino questa volta… e allora accade che Dora e Gunther diventino talmente veri e indipendenti da concedersi in alcuni “fuori onda” inaspettati ed esilaranti, una sorta di commenti acidelli e taglienti lanciati alle due “scribacchine” che han concesso loro di interpretare il copione di “Accordi”. Vi consiglio di non perdervene una virgola perché c’è da morir dal ridere.
Inoltre Amalia e Rebecca hanno creato una colonna sonora, accordata ovviamente con i protagonisti, e chissà, magari rubata ad una delle loro esibizioni, o magari a una di quelle dei famigerati Weber…chi lo sa.
Buon Amabile ascolto
Biografia Autrici:
Amalia Frontali: lavora per pagarsi il mutuo, legge per vocazione e scrive per divertimento (collezionando incompiuti nei cassetti).
Rebecca Quasi è una signora di mezz’età che scrive per hobby.
Questo romanzo rappresenta uno spinoff di “Centro”, ambientato quattro anni prima. Lo abbiamo scritto per puro divertimento e per continuare a giocare a quattro mani, mescolando fatti e personaggi reali ad altri del tutto immaginari. Non volendo lasciare nulla di intentato, abbiamo anche inserito fatti inventati per i personaggi veri (e poi ci siamo scusate con loro ufficialmente, in una paginetta di note storiche in fondo al libro).
Sempre in fondo al libro, ci sono alcune pagine di contenuti speciali, visto che i personaggi, durante la stesura non hanno smesso un attimo di tormentarci…
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