- Titolo: Più che umano – il passato che non c’è più –
- Autore: Fabrizio “Jorily” Zuccari
- Editore: Lupi Editore
- Genere: Sci-fi/Poliziesco
- Prezzo: 4,99€ (ebook Kindle) – 14,99€ (cartaceo – copertina flessibile)
- Formato: Kindle – Kindle Unlimited e Cartaceo
- Data di uscita: 26/06/20
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Sinossi:
Intrighi, omicidi, indagini apparentemente scollegate tra loro. In un mondo di domani un detective del passato, senza un passato, dovrà salvare il futuro.
«Questa tua attenzione per i dettagli insignificanti a volte mi irrita Lasttri, comunque la risposta è No! Non lo passiamo per ora alla C.I. perché di solito i trafficanti trasportano organi già espiantati più facili e meno ingombranti di un intero cadavere… o due! E perché prima vorrei risolvere l’omicidio del conducente.»
IL LIBRO
In un mondo futuro che non è più il suo il detective Adam Lasttri prova a ricostruire il puzzle di piccoli pezzi del suo passato intrecciando la sua vita con indagini su trafficanti di organi, omicidi, potenti corporazioni e la sua nuova famiglia di colleghi della polizia di Cidice, Città di Costa Est, la megalopoli una volta nota come New York.
Riuscirà un detective newyorkese, rimasto ibernato per oltre duecento anni, a risolvere un caso che potrebbe salvare la razza umana e restituirgli il suo passato?
Recensione a cura di Ilaria Ferraro:
Quando mi è stato proposto “Più che umano” per la mia prima recensione qui su Amabili Letture Blog, trattandosi di un poliziesco ho accettato senza pensarci troppo e poi, leggendo la trama, sono subito stata incuriosita dalla sua storia, ambientata nel XXII secolo. Il prologo racconta infatti di un uomo che si risveglia in un ospedale dopo essere stato ibernato per oltre 250 anni, peccato che, a parte il proprio nome, non ricordi nient’altro… come si suol dire, chi ben comincia è a metà dell’opera e già questo inizio mi ha fatto presagire uno sviluppo piuttosto intricato degli eventi che coinvolgeranno il protagonista e che farà da filo conduttore per tutto il romanzo.
Fin dalle prime righe il lettore viene catapultato in un mondo lontano, una realtà futura che l’autore ha immaginato tecnologicamente molto avanzata, ma dilaniata e decimata da una guerra nucleare: tant’è vero che la maggior parte dei sopravvissuti alle radiazioni è colpito dalla Degenerazione, una malattia causata da un particolare gene che può presentarsi alla nascita, attivarsi durante l’adolescenza o addirittura dopo i cinquant’anni. Questa patologia inibisce la procreazione, in molti casi si è costretti alla fecondazione in vitro, e i malati sono dipendenti per tutta la vita da farmaci capaci solo di rallentare o far regredire la malattia allo stadio iniziale. Le aziende produttrici di tali medicinali sono le stesse che negli anni sono diventate le più grandi corporazioni mondiali, capaci di prendere il potere e mettere ordine nel caos del dopoguerra, ma stabilendo proprie leggi.
Uno scenario questo non tanto lontano dall’immaginario che forse ognuno di noi teme che la razza umana, prima o poi, dovrà affrontare e che già in parte è stato figurato in vari film o serie tv futuristiche e dal taglio, purtroppo, catastrofico.
La storia inizia senza troppi preamboli e descrizioni, tanto da catapultare immediatamente il lettore a Cidice. Personalmente ci ho messo un po’ a ingranare nella lettura, ma sicuramente per un limite mio, legato al fatto di rapportarmi troppo poco spesso con storie collocate nel futuro e dalle sfumature fantascientifiche. Però, una volta presa confidenza con la terminologia “tecnica” e l’ambientazione, lo stile dell’autore mi è risultato scorrevole e coinvolgente e la trama mai banale e convincente.
Ciò che più stuzzica l’attenzione fin dalle prime pagine è il fatto che Adam Lasstri, il protagonista, realizzi di essere un residuato di un’altra era, uno dei cosiddetti Ritornati dalle macerie del passato. La sua memoria è irrimediabilmente compromessa nonostante lui si sforzi di scavare nei luoghi più reconditi della propria mente, nel tentativo di ritrovarsi: è stato naturale per me domandarmi, così come fa lui nella storia, cosa mai potesse essergli successo o cosa lo avesse indotto a farsi congelare con la prospettiva di risvegliarsi poi in un’epoca lontana e presumibilmente molto diversa dalla propria. Come è comprensibile che sia, Adam all’inizio si sente un pesce fuor d’acqua, ma pian piano accetta la sua nuova condizione, anche perché non ha molta alternativa se non guardare al proprio presente: si prefigge così l’obiettivo di trovare un proprio posto in quel nuovo mondo a lui sconosciuto.
Le particolarità del protagonista emergono poco alla volta nella storia e, alla fine, ne risulta un personaggio ben delineato, soprattutto dal punto di vista caratteriale. Questo mi ha permesso di entrare presto in sintonia con lui e le sue sensazioni durante la narrazione: nonostante l’insicurezza iniziale, Adam torna a lavorare come detective, venendo assegnato alla stazione di polizia di Rikers’s Island, e dopo due anni può considerarsi soddisfatto della sua nuova vita: prima di tutto si è guadagnato la fiducia del suo capitano Ken Kano, una uomo severo e dal carattere spigoloso, sicuramente segnato dalla vita e dal lavoro, ma degno della stima di Adam; inoltre il protagonista ha instaurato un rapporto confidenziale con una collega, Charlotte Polland, il personaggio per la quale, tra tutti, ho provato maggior empatia: Totty, l’agente disinibita e dal caratterino tutto pepe, porta il marchio indelebile dalla Degenerazione, senza che questo però le tolga la voglia di vivere, di fare carriera e… conquiste. Un esempio di forza e di integrazione che fa breccia nel cuore di Adam e del lettore.
“(…) non riuscivo a staccare gli occhi di dosso dal lato destro sfigurato del viso di quella ragazza: la Degenerazione doveva averla colpita da piccola e le successive plastiche facciali non erano riuscite a nascondere il danno all’occhio e allo zigomo. C’erano tante cose a cui mi sarei dovuto abituare e mi resi conto che anche la mia umanità doveva progredire.“
Ho provato molta simpatia anche per gli altri personaggi facenti parte della “famiglia allargata” del dipartimento di polizia di Cidice: il goliardico e genialoide tecnico Vito De Marchi e la rassicurante e fidata patologa forense Sandra Caplan, così come ho nutrito una (poi giustificata) antipatia a pelle per Eva, la donna misteriosa che si insinua nella vita di Adam… Posso affermare quindi che tutti i personaggi che compaiono nella storia sono ben caratterizzati e assolutamente funzionali allo suo svilupparsi in modo da tenere il lettore agganciato alle pagine sino alla fine.
Nonostante i “compagni d’avventura” gli siano d’aiuto, la vita da poliziotto per Adam non è certo facile, l’uomo ha un importante bagaglio d’esperienza e doti fisiche e mentali di cui poter disporre e sono proprio queste caratteristiche che al dipartimento fanno sì che lui si distingua e che, quando si verifica uno strano incidente stradale all’apparenza legato a un traffico illegale d’organi, il capitano Kano non abbia dubbi nell’affidare a lui l’indagine.
“Il capitano mi lasciò alle mie elucubrazioni e tornò al comando. Mi conosceva meglio di quanto pensassi. La maniacale cura per l’ordine e la costante ricerca del come e del perché nella mia vita mi rendevano il candidato perfetto per investigare su un crimine che non sembrava avere una logica normale.“
Adam si ritrova così implicato in un caso che, man mano, lo coinvolge sempre più, soprattutto perché si rende conto che qualcosa di molto sospetto lo implica in prima persona. Suo malgrado inizia a indagare su una delle grandi corporazioni mondiali, la GDD (Gunnarson Dynamic Discoveries), che sembra avere a che fare con la faccenda e che fa di tutto per coprire le proprie malefatte.
“Senza dubbio il mandante aveva interessi opposti al proprietario dei corpi e del furgone, ma era di certo qualcuno che viveva nella legalità. Attrezzature mediche costose, medicinali che non erano sul mercato: tutto indicava qualcuno con moltissimi soldi e sufficiente potere da far sparire ogni traccia.“
A seguito di ciò, e a sorpresa, qualcuno che sembra conoscerlo da sempre torna a fargli visita, un persona che ha a che vedere col suo nebuloso passato. Adam non ha più scelta: è costretto a scontrarsi con una verità scomoda che gli farà pagare un prezzo altissimo e lo porterà a scoprire molte cose a proposito di sé e delle proprie origini. Si tratterà di una rivelazione al contempo straordinaria e sconvolgente che avrà a che fare non solo con il suo destino ma con quello di tutta la razza umana. In un crescendo di eventi carichi di suspense e azione, Zuccari è stato in grado di tessere una trama che s’infittisce sempre più per poi dipanarsi pian piano negli ultimissimi capitoli, chiarendo il mistero che avvolge il protagonista e le sue avventure. Personalmente ho avuto la sensazione che potrebbe prospettarsi un seguito in un prossimo romanzo. Senza dubbio lo leggerei.
Mi ha piacevolmente colpita la scoperta finale dell’origine del nome di Adam e del titolo stesso del libro, che sin dall’inizio ha suscitato in me una punta di curiosità, per quanto effettivamente, col senno di poi, avrei potuto arrivare a capire la similitudine che l’autore ha abilmente mascherato. Ma non voglio spoilerare nulla di più, quindi lascio a chi avrà il piacere di leggere “Più che umano” di assaporare tale rivelazione.
Per concludere credo che il modo migliore per descrivere la mia sensazione, una volta conclusa la lettura di questo libro, sia la stessa provata dopo aver visto un film, uno di quelli scelti da qualcun altro in famiglia e iniziato a vedere più che altro per stare in compagnia, per scoprire però, durante la visione, che invece la storia ti prende e che, alla fine, ti è pure piaciuto. E parecchio.
(Unico appunto: nel testo ho rilevato la presenza di più di qualche refuso di battitura a cui un’attenta correzione di bozze potrebbe facilmente ovviare.)
Ilaria
L’autore
Fabrizio “Jorily” Zuccari, nato il 3/8/1969, si definisce un cittadino del mondo, un sognatore del XX secolo di creature fantastiche e navi spaziali che vanta ricordi della TV in bianco e nero. Cresciuto in parallelo alla storia dell’informatica, ambito nel quale lavora da più di 25 anni, trova sempre
riflessi di colore anche tra i grigi 1 e 0 dei bit del suo computer.
Ha pubblicato diverse raccolte di racconti brevi comici, fantastici e romantici. Più che umano – il passato che non c’è più è la sua “prova del romanzo vero”.
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