Intervista a cura di Daniela Sardella
Appuntamento dedicato alla collaborazione con la Casa editrice WritersEditor e quindi si va con Intervista. Come sempre abbiamo un ospite che si metterà in gioco, si racconterà e presenterà il proprio scritto.
Lei è una giovane scrittrice che ci ha Ammaliato, ci ha stregato con grande dolcezza e semplicità. Abbiamo avuto l’onore di parlare tramite intervista Radio della WritersEditor officiel radio qualche tempo fa, ma vogliamo proporre, per chi avesse perso la trasmissione, l’intervista scritta unico modo per capire chi c’è dietro una storia. Con piacere presentiamo Valeria Papa e il suo libro ” Aurora- Le lacrime di Cala Luna.
Benvenuta Valeria
Prima di ogni cosa vogliamo sapere qualcosa di te Valeria. Quindi ti chiedo una presentazione.

Valeria è una mamma, lavoratrice, donna che cerca di dare il giusto tempo e spazio ad ogni parte di sé. Ho 32 anni, ma ammetto di avere una parte del cuore (e quindi parte dei miei anni) che conserva una me bambina. Alle volte sembra di indossare degli occhiali speciali tramite i quali vedo il mondo “sentendolo” come farebbero i bambini. C’è chi potrebbe leggere tra le righe una sorta di immaturità, io preferisco chiamarli attimi di innocente creatività. Sono una persona per lo più solare, socievole e positiva. I momenti ‘no’ spesso li tengo per me. In questo mix è esploso il mio desiderio di tornare a scrivere e riprendere a leggere, due passioni che mi accompagnano da sempre.
Quando sei entrata in questo mondo ovvero l’amore per la lettura?
Il primissimo libro letto, lo ricordo e lo conservo ancora, fu Cipì di Mario Lodi, ero alle elementari e imparavo le prime nozioni di grammatica proprio da lì. Tengo tanto ai miei primi libri e li ho tutti in libreria, quelli perduti li ho riacquistati. Ad esempio ricordo come primo fantasy/rosa per ragazzi ‘La figlia della Luna’ di Margaret Mahy e il primo primo giallo della collana junior ‘Le tre chiavi’ di Paolo Fallai. Avevo 6 anni quando in me si è insediata la passione per la lettura, come un inception, lentamente maturava anche quella per la scrittura.
Molto spesso il lettore matura la voglia di scrivere qualcosa di suo.
Tu quando hai sentito questo bisogno?
Non ho mai avuto qualcosa come un “caro diario”, però in assenza di computer e tablet scrivevo su dei fogli protocollo. Inutile dirlo che li conservo tutti ancora e l’ultimo risale proprio a poco prima di Aurora, mentre il primo ben al 1999. Mi piaceva tanto scrivere che verso il 2002 buttai giù una prima bozza di quello che desideravo fosse il mio primo libro. Come ogni primo tentativo non andò in porto, ma l’ho sempre conservato, forse per ricordare a me stessa che avevo un sogno fermo lì ad aspettarmi. Ci ho messo un po’ ma poi ho ripreso quel sogno, o meglio dire, con qualche spinta sono riuscita a ricordare che era lì ancora ad attendermi.
Come organizzi la vita privata, la vita da mamma, da lavoratrice e da Scrittrice? Come e quando trovi il tempo e la concentrazione giusta?
Le giornate sono lunghe per tutti, alle volte invece fin troppo brevi. Sono una persona molto analitica, alla quale piacciono l’improvvisazione e le sorprese, ma nella quotidianità cerco di avere il controllo un po’ su tutto, preferisco chiamarla organizzazione. Quindi suddivido il tempo invari spazi, come la planimetria di una casa. C’è l’angolo di Valeria, della mamma, della lavoratrice e della scrittrice. Ognuno di essi cerca alle volte di sottrarre tempo e spazio all’altro e ci sta. Ad esempio capita che la lettura o la scrittura debbano cedere il passo ad una piccola voce che chiama il nome di ‘mamma’ 60 volte al minuto! Ammetto che senza sforzo cedo, amo trascorrere più tempo possibile con mio figlio Luca ed è l’unica motivazione valida che mi tiene lontano dalle mie passioni senza rimpianti. Quando dorme o in altre occasioni in cui lui è assente, dedico tutte le mie energie a scrivere o leggere, mi impongo di farlo almeno per 25 minuti al giorno. Seguo blog di scrittura creativa e vari ‘guru’ di questo settore che consigliano proprio questo lasso di tempo giornaliero. Mi isolo, alle volte con musica leggera altre in silenzio, e mi rilasso incontrando i miei personaggi preferiti, vecchi e nuovi.
Oggi siamo qui per parlare principalmente del libro uscito da Poco ovvero
Autora le lacrime di Cala Luna. A grandi linee di cosa parla?
Il titolo del libro non doveva essere questo, non volevo dare il nome della protagonista alla mia opera, poi però si è rivelato inevitabile. Aurora stessa sembrava chiedermelo. E questa è la sua storia, orfana di genitori in divisa. E’ la storia del crollo di quelle famose certezze, ma è anche la storia dei suoi pilastri, le persone che reggono il suo mondo perennemente in bilico: Taisia e Luigi gli amici di sempre, i nonni materni (ciò che resta della sua famiglia) e l’ispettore Marchese, amico dei genitori dall’adolescenza. Dividendosi trauna vita nuova che non voleva fosse sua, e la vecchia sé stessa, compare nella sua realtà da poco stabile, Enea, per lei uno sconosciuto, eppure lui la conosce molto più di quanto Aurora possa immaginare.
Enea infatti fa parte di un’associazione criminale responsabile della morte dei genitori della ragazza, un omicidio mascherato da un banale incidente d’auto.
I due hanno poche cose in comune, tra queste un cuore che ha, metaforicamente, smesso di battere da tempo. Quando cominceranno a sentirlo di nuovo pulsare, il passato di entrambi irromperà prepotentemente sotto il nome di Salvatore, uno degli esponenti del clan che ha assodato Enea per eliminare proprio Aurora, ultima superstite. Proprio questo manderà in frantumi quel piccolo riflesso di felicità che andava creandosi nelle loro esistenze. Marchese e il suo unico uomo fidato, l’agente scelto Carbonara, sono vicini a ripercorrere i passi dei genitori di Aurora e grazie alle intuizioni avute dalla madre poco prima che morisse e alla tenacia dell’ispettore, arriveranno in tempo per evitare che Enea uccida la ragazza. Bugie, verità nascoste e vecchie ferite faranno da sipario sullo spettacolo del tramonto di Cala Luna, la spiaggia protagonista degli eventi situata al confine tra Dorgali e Baunei, a nord est della Sardegna.
Chi è Aurora? Come hai scelto questa protagonista, perché proprio lei?
Aurora è diventata un’amica. Non quelle d’infanzia, ma quelle incontrate nella maturità, che anche se le conosci da poco ti sembra di essere state una nella vita dell’altra da sempre. Più che scegliere direi che l’ho conosciuta un giorno di inizio estate 2019, Giugno se ricordo bene, e il nostro incontro non è stato di quelli tranquilli. L’ho detto spesso e mi piace sempre parlare di questa storia. Ho conosciuto Aurora il giorno in cui l’ho vista cadere. Ero seduta sulle scale della struttura in cui lavoro, in un momento di pausa ho alzato gli occhi verso uno dei palazzi che mi circondavano e l’ho vista cadere. Non sapevo dove fosse in realtà e cosa le stesse accadendo, ma lei cadeva e io ero lì, poco lontano da lei. Presi carta e penna e scrissi quello che poi è diventato l’incipit. Qualche giorno dopo l’ho ritrovata sempre lì, su quelle scale, come in attesa che io tornassi, mi sono seduta e le ho chiesto di raccontarmi la sua storia, sembrava che lei non aspettasse altro.
Aurora che ruolo ha o meglio quanto è importante per te Aurora? Ti chiedo questo perché si percepisce un attaccamento particolare.
Aurora è la mia rinascita. Sono felice che sia riuscita a far trasparire questo forte legame che ho con lei, alle volte temo la si possa vedere solo come inchiostro su carta. Lei è molto di più, è stata la scintilla che ha fatto tornare a brillare una parte di me che si era affievolita, presa dalla frenesia della vita che ti porta via sempre più tempo lasciando sempre meno spazio a ciò che ci piace e che ci rende felici. Quella scintilla si è sentita minacciata dalla routine e si è nascosta in una stanza buia. Poi qualcuno l’ha aperta e giorno dopo giorno ha riacquistato sicurezza ed è tornata a brillare. Il ruolo di Aurora è stato quello di colei che mi ha fatto credere di potercela fare. Ciò che desideri, chiamiamolo ‘sogno’, non è destinato sempre a restare fermo lì come un punto irraggiungibile, dipende tutto da te, dal tuo coraggio. Per esperienza personale, dipende anche dalle persone che ti circondano, per chi come me è molto insicuro sulle proprie capacità, avere una squadra di supporto è tanto, quasi tutto direi.
Quanto c’è di Valeria in Aurora e quanto di Aurora in Valeria?
Poco. Io e Aurora andiamo molto d’accordo perché in comune abbiamo l’essere versatili, ma per il resto siamo due opposti. Aurora è molto pacata, riflessiva, riservata, per pochi, come si dicono lei, Taisia e Luigi. Io sono espansiva, solare, vivace, sempre attiva e tanto impulsiva! Do fiducia e ci sono per chiunque, ma senza essere ingenua.
Oggi parliamo di questo libro che ha avuto fin da subito un riscontro molto positivo partendo già dal Pre-order. Vuoi parlarci dell’esperienza e del Pre-order stesso?
Ah, il pre-order! Esperienza entusiasmante. È stato il momento in cui tutto diventava reale, fino a poco prima il mio inedito era solo un’idea nella mia testa. Quando poi la Writers Editor ha accettato il mio lavoro e me come loro autrice emergente, beh non era più un progetto aleatorio. Tornando al discorso del mio essere espansiva, ho diffuso la notizia permari e monti, estendendola a macchia d’olio. Aver tenuto ‘Aurora’ per me in gran segreto si è rivelato un bene, ho giocato molto sull’effetto sorpresa. Nessuno conosceva questa mia passione per la lettura, figuriamoci scrivereun libro! Ho cominciato a ricevere messaggi su tutti i social, commenti, contatti, di chi voleva acquistare una copia. Come la goccia scava la roccia, piano ma con costanza ho cominciato a pubblicizzare l’arrivo di Aurora, a diffondere qualche pillola sulla sua storia e da lì poi il boom. Ma siamo solo all’inizio, questo è ciò che più mi entusiasma!
Tu hai anche scritto alcuni racconti inseriti in Antologie, dove hai ricevuto alcuni riconoscimenti. Cosa hai provato?
Dopo aver scritto Aurora, un amico, un collega, quello che poi mi ha spinto a prendere seriamente in considerazione l’idea di scrivere di nuovo, mi iscrisse a un concorso letterario campano. Prevedeva la partecipazione con dei racconti brevi, da poco avevo cominciato a scrivere un romanzo, scrivere per la prima volta anche un racconto non era proprio il massimo, io che ancora non avevo per niente fiducia nelle mie capacità. Ma ormai c’ero e quindi… Con lo stesso racconto che nacque quella sera, ‘L’ombra della coscienza’, vinsi il mio primo riconoscimento letterario per la Historica edizioni con ‘Racconti campani’, era il 2 marzo, poco prima del lockdown, mentre il mondo cadeva nel panico io pensavo che per la sottoscritta invece, il 2020 non poteva cominciare nel modo migliore. Da quel concorso in poi decisi di parteciparne a tanti altri, una sorta di allenamento. Ho ricevuto tante soddisfazioni, con Aurora stesso e altri racconti presenti oggi in varie antologie, l’ultimo vinto proprio ieri. Quando ricevo le mail di risposta il cuore balza in gola e sembra di essere sulle montagne russe, resto incredula ogni volta come fosse la prima! Il pensiero che ne segue è ‘davvero sta succedendo a me?’ . Sono felice non solo per me stessa, ma anche per chi crede ogni giorno in me!
Progetti futuri? Qualcosa che bolle in pentola?
Progetti futuri tanti! Continuo a partecipare a concorsi letterari con vari racconti, con la Writers Editor parteciperò ad un altro concorso proprio con Aurora, e infine, sto scrivendo un nuovo inedito. Un’esperienza nuova per la tematica trattata che già si può intuire nel titolo
‘Akèro, le ceneri dell’Eden’. L’angelologia è un aspetto non solo religioso ma mistico che mi ha sempre affascinata, con uno scrupolo maggiore rispetto ad Aurora mi ci sto dedicando corpo e anima nella speranza possa raggiungere quella dei miei lettori.
Rispondi