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“Jazz Tales” di Alex Miozzi

Dettagli Prodotto:

  • Copertina flessibile: 176 pagine
  • ISBN-10: 8866082279
  • ISBN-13: 978-8866082279
  • Dimensioni e/o peso: 20 x 20 x 20 cm
  • Editore: Neos Edizioni (30 settembre 2016)
  • Lingua: Italiano

Link d’acquisto:

Sintesi di Presentazione dell’Autore

“Tutti vogliono fare Jazz” cantava una delle band più strampalate di sempre nel film “Gli Aristogatti”. Ma almeno loro erano gatti, per di più disneyani. Ma oltre a essere un linguaggio musicale cos’altro è il Jazz? E’ molto altro, a partire da coloro i quali l’hanno suonato e lo suonano tutt’oggi, musicisti e musiciste, statunitensi e non, legati a un modo di fare musica, a un certo tipo di strumenti all’interno di
specifiche formazioni, a loro volta influenzati dalle loro attitudini personali come dai periodi storici. Un caleidoscopio umano anche geografico, poiché da sempre gli uomini migrano alla ricerca di migliori opportunità, musicisti inclusi. JAZZ TALES racconta dei negri ministrel nati liberi nella Memphis del dopoguerra civile (1865), dell’epoca del primo jazz scritto su di uno spartito ovvero il raffinato Ragtime, delle sax battle di Kansas City isola felice durante gli anni della Grande Depressione, delle piccole formazioni Be-bop che negli anni ’50 attraversarono l’Europa e in qualche modo anche di quel che resta oggi di questa corposa eredità. Un romanzo costruito da singoli racconti piuttosto lontano da una certa idea elitaria di jazz, che nasce pop, popular, e non per forza legato a movimenti politici o ideologici. Una storia i cui protagonisti, uomini e donne appartenenti al meltin pot proprio della società attuale, soprattutto americana, sono molto più simili a noi di quanto avremmo potuto mai immaginare

Recensione a cura di Jennifer Gaspari:

Fin da quando andavo all’Università ho sempre avuto un’unica tipologia di musica che riuscisse ad accompagnarmi nel corso dei miei studi, un unico genere musicale che invadesse la mia mente produttivamente, avvolgesse le cellule del mio corpo per trasportarle in un mondo ovattato in cui il suono si impossessasse di me e mi lasciasse concentrare completamente su ciò che in quel momento era il mio obiettivo: il Jazz. Esattamente per questo motivo, quando mi è stato proposto questo libro, la mia risposta è stata quasi scontata, un deciso, veloce e sonoro SI!!

Amo il Jazz anche se in realtà lo conosco poco, mi piace circondarmi di note piene di quei colori carichi di passione, ma a parte qualche nome famoso, diciamo che la mia cultura jazzistica lascia molto a desiderare. Non ne conosco la storia, nonostante il mio ideale di serata sia un piccolo locale con luci soffuse, un calice di vino e un saxofono che suona in sottofondo, e nonostante uno dei miei sogni sia quello di visitare New Orleans dove il Jazz si respira come l’aria.

Ringrazio perciò l’autore di “Jazz Tales” per avermi dato la possibilità di fare questo viaggio nel mondo di un qualcosa che amavo ma non conoscevo e soprattutto di avermi affamata ulteriormente, perché ora che ne so un po’ di più non voglio assolutamente smettere di impararne ancora. Alex Miozzi ha creato infatti, nel suo libro, un’esperienza sensoriale che si dirama tra le vie più losche di città quali New York, Kansas City, New Orleans per farvi poi entrare in quei locali che sembrano cartoline, in quei locali dove la musica nasce quasi per magia, inventando nuove note, nuovi sound, nuove figure leggendarie, dove il suono esce da uno strumento solo dopo aver attraversato l’anima di chi lo suona, dove non sempre serve uno spartito per raggiungere la perfezione.

Alex ci fa incontrare personaggi affascinanti che popolano i racconti del suo romanzo di tinte forti, ricche di sogni di ragazzini che vorrebbero cambiare la musica con uno sgangherato sax, o di ragazzi di colore che lottano per farsi conoscere in anni in cui ancora tutto era così difficile. Alex ci narra una storia jazzistica che parte dal 1860 circa attraversando un’America in costante trasformazione, sia culturale, sia umana, fino ad arrivare ai giorni nostri. Il Jazz sembra fare da sottofondo costante e quasi naturale, da linea temporale, senza però mai perdersi, seguendo un percorso tutto suo fatto di conquiste e mutamenti.

Una storia fatta di tasselli che compongono una narrazione lineare, chiara e solida. L’autore è stato infatti in grado di non rendere pesante un percorso che forse spaventa un po’ di primo acchito. Il Jazz è ancora visto come musica di nicchia, come qualcosa di troppo profondo e raffinato forse, e la sua storia, di conseguenza, probabilmente poco conosciuta, ed è un grande peccato perché il fascino e l’incanto che emana la narrazione e il cammino di questa musica dell’anima è davvero attrattivo e coinvolgente.

Chiudete gli occhi, immaginatevi tra le stradine fumanti di una di quelle città americane di qualche film che avete sicuramente visto. Una di quelle vie dalle quali non vi stupireste di veder spuntare un De Niro che veste abiti da gangster, che entra in una porticina semi nascosta, e oltre quella porticina sapete aprirsi un mondo fatto whisky, donne bellissime, una Jazz Band, la voce graffiante di una sinuosa ragazza di colore e il sogno di una musica che cambi il mondo, che lo renda migliore, che ne apra le menti e i confini. Immaginate una musica che sfondi lo spazio e il tempo e crei quel “Nuovo Mondo” che prometteva il raggiungimento di tutti quei sogni… immaginate tutto ciò e sarete tra le pagine di “Jazz Tales”.

Ma oltre all’America vedrete il Jazz sbarcare a Parigi, a Mosca, a Dakar… in pratica lo vedete conquistare il mondo e modificarsi con esso, rimanendo sempre e comunque quel Jazz che amiamo, quello che strappa le budella e lo fa in modo ruvido ma elegante.

Che libro ragazzi, che sound!!

Un libro in cui le parole si intrecciano alla musica e viceversa, che si fa vivo, che esce dalle pagine e diventa immagine e ritmo, visione e melodia.

Voglio ringraziare di cuore Alex Miozzi per avermi donato l’occasione di leggere questo suo viaggio emozionale, vibrante, conoscitivo e risonante. Non vedo l’ora di leggere il prossimo suo libro. Con ciò vi auguro, come sempre, una…

Buona Amabile Lettura.

Sinossi:

Da un breve antefatto ambientato nella Baia di Chesapeake, Colonia americana del Regno d’Inghilterra, nel 1639 con l’arrivo di un carico di schiavi neri, JAZZ TALES racconta l’America a partire dalla fine della Guerra Civile (1860-1865) attraverso il proprio linguaggio musicale, il Jazz, e gli stili che hanno contribuito a comporlo. Dal blues dei negro ministrel alla prima forma jazzistica scritta ossia il raffinato Ragtime, alle Jass Band (allora ancora senza la Z!) della fine degli anni 10 al piano jazz del cinema muto alle sax battle fino alle Big Band dei Victory Disc e le formazioni be-bop del dopoguerra, fino all’evoluzione tecnica che ha reintrodotto strumenti come la chitarra elettrica e acustica, arrivando a oggi, epoca in cui questa corposa eredità viene ricreata nei suoi molteplici stili ogni volta che la si suona. Un viaggio nel jazz attraverso quasi una ventina di racconti che costituiscono un’unica narrazione romanzesca necessariamente quasi tutti all’interno del cosiddetto secolo Breve, in cui i protagonisti sono più o meno ispirati a persone realmente esistite, e a noi molto simili. Un caleidoscopio che, tra i suoi personaggi, vede anche i luoghi del jazz, dalla Grande Mela di ieri e dell’altro ieri a New Orleans, alla Kansas City immune alla Grande depressione fino a Chicago e Los Angeles, a cui aggiungere alcune città europee a loro modo divenute piccole capitali di questa musica

Biografia Autore:

Dal 2001 iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Giornalista, scrittore, autore e disegnatore fumettista, pittore e illustratore con all’attivo due personali e numerose collettive, dal 2001 si occupa di formazione, e ha pubblicato oltre 120 fotografie. Dal 2016 è docente di matematica e fisica. Dal 2020 collabora con il format “Giornalismo e Storia”. Dal 2002 al 2006 ha collabora con la rivista “Ritmo” dell’associazione “Amici del Jazz”, dal 2006 al 2018 è stato direttore responsabile di “Punto e linea”, dal 2008 al 2013 addetto stampa presso la CUB, e dal 2018 al 2019 direttore responsabile e cronista della testata calcistica “Milan Inter 24”. E’ stato redattore e direttore responsabile del mensile “Milano 19”, coordinatore editoriale di “Qui Humaniter”, redattore de “Il Giorno”, “La Regione Ticino”, “Ritmo”, “Week.it”, “Motonautica” e “Milanoquattro”. Ha scritto i romanzi “Space Riders of the Mysterious Thing”, ARPANet (2009), “Jazz Tales”, Neos edizioni (2016), e “Cincillà – La storia dei balletti Russi”, scritto con Natalia preziosi, Amazon (2019), e autore dei testi dello spettacolo “Phenomena – Jazz in the Cities”. Nel 2011 ha pubblicato il fumetto “Jimbo G e lo Scimmiotto di Giada”, ARPANet, tradotto anche in inglese ed edito come ebook, nel 2012 il seguito “Jimbo G e l’Obiettivo K”, ARPANet, e nel 2013 disegna il fumetto “Le avventure di Pinocchio nella terra del Sol Levante” , dal romanzo omonimo di Alfredo Vi s m ara , Interlingua e books, nel 2014 è autore della graphic novel “Gebrek”, scritta da Claudio Elli dall’omonimo spettacolo, Nuvole & Strisce, nel 2015 ha realizzato le illustrazioni del libro di Jacopo Casoni “Il destino è solo una scusa”, Neos Edizioni, e in collaborazione con lo chef Sergio Maria Teutonico ha scritto e disegnato il fumetto “Kitchen Kids”, Nuvole & Strisce. Dal 2018 è illustratore per “Oggi”, periodico RCS. Nel 2018 ha diretto il documentario, “I 20 mesi che cambiarono l’Italia”, in collaborazione con lo storico professor Simone Campanozzi, insieme al video-maker Diego Marchi

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