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Amabili Interviste per la WritersEditor.

Intervista a cura di Daniela Sardella.


Appuntamento dedicato alla collaborazione con la Casa editrice WritersEditor e quindi si va con Intervista. Come sempre abbiamo un ospite che si metterà in gioco, si racconterà e presenterà il proprio scritto. Noi di Amabili abbiamo già apprezzato questo scritto e Recensito e nell’occasione vi lasciamo il link qui:

https://amabililettureblog559331890.wordpress.com/2020/07/31/la-spada-di-santambrogio-di-umberto-matteo-zorzato/

Ora entriamo nel vivo e vi presento l’ospite odierno. Con noi oggi Umberto Matteo Zorzato che ci parlerà di : “La Spada di Sant’Ambrogio”. Siete pronti?

Diamo il benvenuto al nostro ospite.

 


Benvenuto in questo spazio dedicato agli Autori. L’intervista è uno dei mezzi per conoscere meglio voi Autori e i vostri scritti, quindi inizierei a chiedere: Chi è Matteo Zorzato?

30 anni, milanese di nascita, trapiantato in Veneto, dove attualmente convivo con la mia compagna e un gatto. Mi sono laureato in scienze storiche presso l’università degli studi di Milano, con una tesi su una casa editrice Milanese, attualmente in attività.

Quando è iniziato il cammino verso la scrittura, la voglia di creare qualcosa di personale?

Ho cominciato a 16 anni a scrivere qualcosa. Ho frequentato il liceo Classico e i miei voti nei temi di italiano erano molto bassi, ma la professoressa di latino mi disse di provare a scrivere senza i limiti di un saggio breve o dell’articolo di giornale, insomma mi propose di tentare con la scrittura creativa. Ricordo che quell’anno partecipai ad un concorso letterario indetto da una biblioteca, non vinsi ma il mio racconto ricevette una menzione onorevole. Quel racconto non ce l’ho più salvato da nessuna parte e me lo ricordo a malapena, ma è stato l’inizio di una passione che ancora continua.
Un altro merito da attribuire a quella professoressa è quello di avermi fatto leggere per la prima volta un libro di fantascienza “Cronache marziane” di Ray Bradbury. Fu amore a prima vista. Dopo Bradbury fu il turno di Asimov, Dick, Herbert etc, finchè non cominciai a scrivere anche io di spazio, alieni e bombe atomiche
.

Senza perdere tempo, presentiamo il tuo scritto. Oggi si parla di:” La Spada di Sant’Ambrogio. Noi essendo curiosi, vorremmo sapere come si è presentata a te la storia. Sa dove proviene l’ispirazione?

Non c’è un preciso momento in cui mi è giunta l’ispirazione, ma sicuramente c’è stato un concorso di cause. Da piccolo ho cominciato a leggere comics, manga e fumetti italiani e già mi chiedevo come mai non esistessero storie di supereroi italiani ambientate nel nostro paese, escludendo le avventure dei personaggi Bonelli. Diciamo che la proverbiale miccia che ha acceso l’idea è stato il film “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Mainetti. In quel film ho visto che il paesaggio italiano ben si sposa con storie supereroistiche, così ho pensato di scrivere, un po’ per gioco, la mia storia di supereroi (senza poteri, cercando di rimanere il più possibile nel verosimile) a Milano. E mi sembra abbia funzionato.

Vuoi spiegarci a grandi linee di cosa parla?


Premetto che  “La spada di sant’Ambrogio” è una anomalia dato che è il primo “thriller” che scrivo. Racconta la storia di un ragazzo come tanti che abita alla periferia di Milano che, da un giorno all’altro si ritrova a combattere (suo malgrado) il crimine nel suo quartiere con i mezzi a sua disposizione. Come tante altre storie il nostro protagonista si ritrova in qualcosa di più grosso nel quale sono coinvolti la criminalità organizzata e una setta di assassini. La storia di Gabriele si intreccia e si scontra con quella di Renato, un ladruncolo appena uscito di prigione, coinvolto in una rapina in una villa. Il colpo non solo va male ma Renato si becca un proiettile in testa che non lo uccide ma gli conferisce poteri di preveggenza.

Com’è nato il personaggio di Gabriele, hai tratto ispirazione da qualcuno?


In realtà no, Gabriele è la summa di tante persone che ho conosciuto. Al contrario i personaggi secondari, come la giornalista Claudia, il coinquilino Cerare e perfino l’ antagonista del romanzo, Renato, sono ispirati a persone realmente esistenti.

Sei anche tu un appassionato di supereroi?


Sono un grande appassionato di supereroi. Ora ho meno tempo di leggere fumetti, ma durante gli anni dell’università non facevo altro che leggere le nuove uscite. Mi facevo perfino mettere da parte i nuovi numeri in una fumetteria di Milano che poi andavo a ritirare tra una lezione e l’altra. Devo dire invece che i Cinecomics non mi hanno mai entusiasmato, almeno non quelli della Marvel.

  Il romanzo è ambientato a Milano. C’è un motivo particolare per questa scelta?


Beh, Milano è Milano, la reputo una delle città più belle d’Italia, ideale per ambientare una storia come la mia. Tutti conoscono il Duomo, il Castello Sforzesco, la galleria Vittorio Emanuele, ma in pochi, a parte quelli che ci vivono, conoscono le zone più remote della metropoli, come il quartiere di Bonola. Ecco io ho voluto mostrare un poco questo mondo sconosciuto.

La scherma storica è affascinante, hai fatto molte ricerche o sei appassionato?


Entrambe. Mi sono avvicinato alla scherma storica per via di un esame di storia medievale  e mi si è aperto un mondo. Ho cominciato a praticarla nel 2013 a Milano, presso la scuola d’arme Fiore dei Liberi e dopo lo scioglimento della compagnia mi sono spostato a Busto Arsizio (VA), sotto la guida dell’istruttrice nazionale di scherma storica Elena Merlin, da cui ho tratto il personaggio della Magistra.

Quanto è importante scegliere la giusta Cover? Ti chiedo questo perché la tua è molto singolare, sfondo attuale ma il guerriero ti riporta indietro nel tempo.

Molto importante e è una sorta di biglietto da visita, deve essere efficace e invitare a leggere il libro a maggior ragione per me che sono un autore esordiente. Io avevo inizialmente pensato a qualcosa di minimale, come una spada davanti alla silhouette del Duomo, ma quando ho visto la copertina proposta dalla casa editrice sono rimasto piacevolmente colpito. La figura del cavaliere, che dai colori della veste dovrebbe essere un Ospitaliere, si staglia davanti alle case torri di Bonola, creando uno spettacolo inconsueto, di certo non è quello che uno si aspetta di vedere alla periferia di Milano.

Per un Autore emergente è importante l’aiuto della casa editrice? Racconta la tua esperienza con la WritersEditor. 


Sono entrato in contatto con la casa editrice nel 2018, dopo averne sentito parlare su un forum di aspiranti scrittori. Era l’ennesima casa editrice alla quale mi rivolgevo e non solo mi risposero ma mi dissero che erano interessati al mio romanzo. Firmai il contratto e Cristian Segnalini mi disse che avrei dovuto aspettare almeno due anni prima di cominciare l’iter di pubblicazione. A ottobre 2019 partimmo con i pre ordini e la campagna pubblicitaria; non partì in quinta, ma riuscimmo a correggere il tiro e collezionare diversi pre ordini.
La casa editrice mi ha seguito con la dovuta pubblicità sui social, con la recensione sul blog oltre che nel lavoro di correzione, editing e impaginazione. Una casa editrice estremamente professionale che non abbandona gli scrittori, ma anzi, li valorizza e li incalza a dare il massimo.

Come hai potuto capire, la curiosità non ha limiti, quindi ti chiediamo: ci sarà un seguito? Cosa bolle in pentola?


Qualcosa bolle in pentola, ma per il momento non è un seguito diretto del romanzo. Le idee per un seguito comunque ci sono, ma non credo sia giunto ancora il momento di metterle sulla carta.

La spada di Sant’Ambrogio
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