Intervista a cura di Elisa Mura
Buongiorno lettori di Amabili! Questa settimana abbiamo come ospite speciale, Giacomo Casaula, un artista napoletano a tutto tondo. Mettetevi comodi, si parte!

Buongiorno Giacomo! Benvenuto ad Amabili interviste.
Partiamo subito con la prima. Domanda di routine, quando e perchè ha iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere verso i sedici anni ma inizialmente erano pensieri ed emozioni totalmente sconnessi, caratteristica acerba e tenerissima dell’adolescenza che in parte credo di conservare ancora. Non credo ci sia un motivo particolare, si inizia perché dentro c’è qualcosa di fortissimo che necessita una via d’uscita.
So che è un artista di teatro, musicista e scrittore. È pure un gran lettore, immagino. Quali generi e autori apprezza?
La lista sarebbe lunga, ma se dovessi scegliere direi Calvino, Tondelli e Buzzati. Tre strade diverse che vanno dal fantastico al surreale, dal neorealismo al postmoderno.
Ho trovato il suo romanzo molto intenso, sentito, dal punto di vista del personaggio di Stefano. Devo ammettere che da lettrice mi ci sono immedesimata e mi sono trovata d’accordo con lui su molti aspetti. Com’è nato questo protagonista, le assomiglia caratterialmente?
Inizialmente il personaggio di Stefano era meno delineato, non aveva neanche un nome, era solo ‘lo scrittore’. Poi lentamente è cresciuto, ha acquisito una sua fisionomia e un suo spessore psicologico, un passato, insomma è diventato un personaggio. Sicuramente io e lui abbiamo molte affinità, fumiamo le stesse sigarette, lui più di me, e abbiamo un modo di osservare la realtà molto simile. Stefano forse esaspera alcuni tratti caratteriali che credo mi appartengano.
Molti autori sono vittima del blocco dello scrittore; Stefano lo ha avuto per anni e anni, prima di riuscire a riprendere in mano una storia e metterla nero su bianco. Lei lo ha avuto? Cosa consiglia a chi crede non riuscire a superarlo?
No, a differenza di Stefano non mi è mai capitato. Se mi dovesse capitare però consiglierei di stare lontani da qualunque forma o pratica di scrittura, mi getterei nell’osservazione di tutti i possibili dettagli che mi sfuggono e nella vita che avanza velocissima. Tornare a scrivere dovrebbe essere la conseguenza naturale.
Stefano ha ricordi speciale legati alla città di Cattolica, infatti è lì che vuole ritrovarsi. Come mai ha scelto questa località, anche lei ne è affezionato?
Dal 1996, avevo tre anni, trascorro sempre le vacanze, io preferisco usare il temine demodè ‘villeggiatura’, a Cattolica. E’ un posto del cuore, un luogo che amo. Non avrei potuto scegliere posto diverso.
“Scie ad andamento lento” è un titolo molto musicale, metaforico. Crede davvero che le persone vadano troppo “veloci?”
Si, l’ho sempre pensato. La velocità che poi fa spesso rima con arrivismo, consumismo, carrierismo sfrenato, credo siano dinamiche chiare e oggettive della nostra realtà. Per questo motivo ho chiamato il mio romanzo ‘Scie ad andamento lento’, per far luce anche su un’altra realtà, sicuramente più remota ma comunque esistente.
La figura di Elena, il suo incontro con Stefano, penso che rappresenti il ritorno dell’ispirazione. Mi sto sbagliando?
No, è proprio così. L’incontro con Elena è determinante per Stefano, gli aprirà di nuovo la strada verso il futuro e soprattutto verso la scrittura tanto agognata.
Nel libro vi è una bellissima introduzione scritta da una persona a cui vuole molto bene, un’artista. Quanto è stata importante la sua presenza e quanto è stata d’ispirazione?
Sicuramente la figura di mia nonna Annamaria Ackermann è stata determinante per la mia scelta professionale anche se lei non ha mai mosso un dito nei miei confronti, è stata se così si può definire un’ispirazione implicita avendo frequentato fin da bambino i camerini dei teatri e avendo visto il mondo che che esiste alle spalle di uno spettacolo, le quinte, i trucchi, le scenografie, la lista sarebbe lunga.
Immagino ce ne siano cose da raccontare. Ultima domanda! Ha nuovi progetti come scrittore?
Beh, diciamo che sto lavorando, ma non si può svelare troppo.
Grazie per le risposte ed essere stato con noi.
Per concludere passiamo ai ringraziamenti. Grazie Giacomo Casaula per il tempo a noi dedicato e per la gentilezza. Conoscervi è sempre un onore e un grande privilegio.
Prima di lasciarvi vorrei ricordare a voi lettori il link della recensione riguardo il libro del nostro ospite. https://amabililettureblog559331890.wordpress.com/2020/07/21/scie-ad-andamento-lento-di-giacomo-casaula/
Alla prossima intervista!
Elisa
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