Dettagli Prodotto:
Copertina flessibile: 270 pagine
Editore: Jolly Roger (18 luglio 2019)
Collana: Thriller
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8831938320
ISBN-13: 978-8831938327
Link d’acquisto:
Recensione a cura di Jennifer Gaspari:
Eccomi qui, con un nuovo libro, una nuova storia, una nuova avventura, ma con un autore che conosciamo già. Eh lo so, sono fortunata, sono di nuovo qui a parlarvi di un libro di Filippo Mammoli, di cui già vi avevo presentato “Oltre la barriera” che, se vi ricordate, mi aveva entusiasmata non poco. Questa volta, il romanzo di cui vi farò accenno, vi devo dire che è tutta un’altra cosa rispetto al primo. Diverso, sia strutturalmente, sia emotivamente, ma sempre comunque bellissimo. Sì, devo dire che Mammoli, il suo lavoro lo sa davvero fare, ed ora vi spiegherò anche i motivi che mi portano a dire ciò.
“Il bosco delle more di gelso” è una storia davvero intrigante, che ne ingloba tre, a dire il vero, tre storie che hanno qualcosa che le accomuna, lo si sente a fil di pelle, ma che cosa, questo non lo scoprirete se non alla fine. Ho passato l’intero libro a dubitare di me stessa come lettrice di thriller perché capire che cosa colleghi una storia all’altra, beh non è per nulla facile. Immaginate di leggere tre racconti, tutti saldamente solidi, tutti apparentemente indipendenti, tutti che reggono perfettamente e credibilmente un mistero a sé, ma… come posso non cadere in una frase da cliché e dirvi che “nulla è come sembra”? Perché non c’è una espressione che calzi più a pennello di questa, perché il nostro caro Mammoli ha saputo creare tre storie completamente scollegate, ma che poi…. Vi ho incuriositi un po’ eh? Allora vi racconto qualcosa di questo libro o no? Volete sapere qualche dettaglio?
La prima storia uscita dalle mani di Filippo riguarda un commissario, tale Tarantini, che vi farà, ve lo dico già, sorridere di continuo. Immaginatevi un livornese (con annesso accento toscano) messo a stretto contatto lavorativo in un ambiente siciliano… ne uscirà un scontro/incontro caratteriale e colorito che vi piacerà senza ombra di dubbio, eh sì, vi conquisterà assolutamente!! Il commissario, oltre ad avere un carattere decisamente pittoresco, è anche però, uno che il suo mestiere lo sa fare in maniera egregia e, quando gli capiterà tra le mani un caso all’apparenza semplice, lui non si lascerà ingannare e arriverà alla verità. Un caso ingarbugliato a dir poco, che odora di intrigo mafioso…forse, o forse no… che vi farà imboccare una direzione, ma sarà poi quella giusta?
La seconda storia riguarda un bambino, solo (?), abbandonato (?), scappato (?), perso (?) che si rifugia in una casa chissà dove. Non ne conosciamo la storia, la provenienza, l’età, il nome, non sappiamo assolutamente nulla di lui, se non che prova paura… tanta tanta paura. Per cosa? Perché? Chi lo sa… Non lo scopriremo fino a che una bambina, per puro caso, diventerà sua amica, ed in qualche modo contribuirà a sgarbugliare l’intelligente e raffinato intreccio creato dal nostro autore.
La terza storia, riguarda due loschi individui che se la vivono tra i quartieri più malfamati di Malaga, che si arricchiscono le tasche illegalmente e che nascondono un segreto…un segreto che forse chiuderà un cerchio…perché in un thriller ben costruito, può esistere di tutto, ma non le coincidenze!!
Che dire? Come si possono collegare tra loro questi spaccati di vita? Mammoli lo fa in maniera egregia, usando un ritmo che dapprima parte a rilento, come per dare al lettore, modo di inquadrare un po’ il tutto, come per tessere pazientemente una tela che, vista da vicino sembra fatta di punti slegati, disomogenei, disuniti. Quando però, la legna al fuoco inizia a scaldare l’atmosfera, l’autore ci invita ad aumentare la velocità narrativa, ad allontanarci di qualche passo dal racconto in apparenza frammentario, per poterci così creare quel quadro d’insieme, quella visione generale che lui aveva in mente fin dall’inizio, ma che noi non sospettavamo neppure lontanamente.
Di argomenti scottanti e spunti di riflessione ce ne sono in abbondanza ne “Il bosco delle more di gelso”, da quella separazione in apparenza netta, del bene dal male, che nasconde dei “però”, dei “tuttavia”, delle motivazioni nascoste che non ti aspetti. Proseguendo poi con il senso di abbandono e del ritorno ad un aggressivo sentimento di sopravvivenza, per passare poi al simbolismo di quelle more di gelso, frutto quasi oramai dimenticato, che può riuscire a crescere su qualsiasi terreno… insomma nulla in questo thriller è lasciato al caso. E, una cosa che nel precedente libro aveva un po’ lasciato in disparte, l’autore in questo thriller fa entrare anche qualche cosa di inaspettato, fa entrare un’emotività che sembra cozzare con la definizione di “romanzo thriller”, ma in realtà sarà la chiave di lettura e di risoluzione di tutto l’intrigo. Con le apparenze, Filippo Mammoli, ci fa colazione.
Un libro assolutamente da non perdere e da gustare nella sua interezza, nella sua raffinata complessità e nel suo “non cadere nel banale“. Un finale che vi lascerà a bocca aperta e che non vi aspetterete, ve lo assicuro.
Il mio ringraziamento personale va a Filippo che ancora una volta mi ha concesso l’onore di poter parlare di un suo scritto, vorrei ringraziarlo per questa fiducia riposta in me e in Amabili Letture e vorrei invitarlo a non smettere mai di regalarci pagine intrise di tanta anti-banalità. Grazie mille.
Buona Amabile Lettura
Sinossi:
Un bambino abbandonato in fuga da tutto e da tutti, il cui nome è l’unica traccia per tentare di far luce sul suo oscuro passato. Un caso di omicidio avvenuto in circostanze singolari con un cadavere orrendamente deturpato e reso irriconoscibile, affidato al commissario Tarantini. Due malviventi di Malaga, signori incontrastati nel loro quartiere malfamato, intenti ad arricchirsi alle spalle del loro capo. Toccherà al vulcanico commissario livornese trapiantato in Sicilia l’arduo compito di sbrogliare questi tre fili di una matassa ingarbugliata come le antiche reti della tonnara di Scopello dove tutto comincia e tutto finisce. Si chiude così, con un colpo di scena finale, un cerchio che ha compiuto un giro larghissimo tra le battute sagaci e i colpi di genio di Tarantini, i deliri di onnipotenza e le malefatte dei criminali spagnoli e i flash improvvisi che tornano nella memoria del bambino per regolare i conti con un passato inquietante.
Biografia Autore:
Filippo Mammoli è nato nel 1972. Ingegnere elettronico, sviluppa software presso un’azienda che si occupa di Machine Vision. Vive a San Mauro a Signa. Ha scritto e pubblicato alcune poesie. “Oltre la barriera” è il suo secondo romanzo.
Rispondi