SCHEDA LIBRO:
Titolo: Parentele di cuore
Autore: Anna Pia Fantoni
Data pubblicazione: 17 Dicembre 2019
Prezzi:ebook: euro 2,99
cartaceo: euro 12,48
Numero pagine: ebook: 119
Cartaceo: 206
Link acquisto:https://www.amazon.it/dp/1676691014?fbclid=IwAR30_AG77veYxlNowzLmj38hYKSPPG2Kz5tth-_wLqpEKE0igI3O4cYPfyY

Quarta di copertina:
L’esplosione di una palazzina, causata da una fuga di gas, sconvolge la vita tranquilla e ordinaria di tre famiglie legate da vincoli d’amicizia e di affari. Stella e Marta, Quintino e Filippo vengono accolti nella casa di Giorgio, un amico comune: saranno suoi ospiti finché, superati i lutti e le perdite, non avranno riacquistato la lucidità e l’energia necessarie per riprendere in mano le proprie vite. La convivenza forzata e il conseguente azzeramento di ogni privacy faranno però affiorare vicende irrisolte, sentimenti negati e verità nascoste, che saranno le cause scatenanti di nuovi conflitti da affrontare e risolvere, cercando ognuno la propria chiave per maturare e scegliere la via da percorrere. Parentele di cuore è un romanzo corale, che racconta di sentimenti, pregiudizi ed egoismo, svelando debolezze, miserie umane e un’irrefrenabile voglia di cambiamento.
Biografia Autrice:
Anna Pia Fantoni, interprete e traduttrice, editor e correttrice di bozze,si è trasferita nell’Appennino parmense a 42 anni, tra neve, castagni e caprioli. Si occupa in prima persona di diritti civili, violenza contro le donne e pedofilia. È in libreria con il racconto “Vita da marciapiede”, in Partiamo da qui (Imprimatur 2017) e ha pubblicato in self Io sono la preda (2019) e un romanzo sotto pseudonimo, sempre nello stesso anno, seguendo le regole della buona editoria.
Estratto UNO:
Acciottolio di piatti e bicchieri, strilli di marmocchi rompicoglioni che si rincorrevano e vociare sguaiato di avventori alticci che discorrevano a voce alta. La pizzeria era gremita e immersa in un rumore insopportabile. Stella, per parlare con sua figlia, doveva quasi gridare.
Erano nel pieno di una discussione feroce, e la ragazza non stava certo perdendo l’occasione di dimostrarle quanto l’adolescenza fosse una sciagura biblica sia per i figli che per i genitori. Il dibattimento senza esclusione di colpi da entrambe le parti concerneva il disordine nella stanza di Marta che ormai sembrava una discarica, e la strafottenza della figlia la faceva imbestialire. Non sapeva più come gestire il loro rapporto; la tensione tra lei e Alberto non aiutava a recuperare serenità e dialogo e Marta aveva la capacità di esasperarla anche solo con un’occhiata storta.
«Adesso basta! Entro domani metti in ordine, altrimenti sbatto fuori dalla finestra tutto quello che trovo in giro!» ruggì Stella. Sua figlia era stata impossessata da un demone, non c’era un’altra spiegazione: fino a unpaio di anni prima era la sua piccina adorabile, ora si rivelava la sua piccina adorabile, ora si rivelava quotidianamente un mostro di menefreghismo che utilizzava parole affilate in modo chirurgico.«La camera è mia e ci faccio quello che voglio, non ci entrare che mi arrangio io! Tu pensa al tuo matrimonio, va’!» le ringhiò Marta di rimando sfidandola con uno sguardo tagliente.
Mentre Stella, inorridita, spalancava la bocca per ribattere, dall’esterno provenne una potentissima deflagrazione.
Esplosero i vetri del locale, l’onda d’urto scagliò a terra un cameriere che reggeva due pizze.
D’istinto, Stella si alzò per proteggere con il corpo sua figlia, che sembrava pietrificata nel terrore.
Sirene di antifurto. Schiocchi di travi.
Di fianco a loro, una coppia di ragazzi giovani cercò riparo, urlando dipaura, sotto al tavolo.
ESTRATTO DUE:
La brace che covava sotto la cenere si rinfocolò poco dopo, quando Samantha e il suo compagno Abhilash si autoinvitarono a cena con immenso sdegno di Pina, che latrò per mezz’ora contro Giorgio senza alcun successo. «Vedrai che si stancherà presto» cercò di tranquillizzarla lui. «Portiamo pazienza. Se questa tragedia può servire a creare un rapporto affettivo tra lei e i miei figli, lasciamo che avvenga. Alla prima sciocchezza che fa la spedisco via, te lo giuro».
Pina, al contrario, era agguerrita, prevenuta e maldisposta. Aspettava un passo falso dall’intrusa e aveva tutte le intenzioni di accelerarlo, soprattutto dopo l’esasperazione di Elettra. Si mise quindi all’opera e per tutto il giorno trafficò sulla cucina a otto fuochi, canticchiando gioiosa un vasto repertorio di canzoni dei suoi tempi, dall’Avvelenata di Guccini a Felicità di Al Bano e Romina.
Al momento di servire la cena, compiaciuta di sé per la bomba che stava per innescare, portò fiera a tavola la capiente zuppiera e la appoggiò proprio di fianco a Samantha. Ne sollevò il coperchio con un gesto plateale e rimase in attesa impettita, come se si fosse trovata al cospetto della regina d’Inghilterra. Un profumo di paradiso emiliano si diffuse per tutta la stanza. «Ma porc…» Giorgio levò gli occhi al cielo e, a denti stretti, riuscì a trattenere l’imprecazione.
Nell’attimo di silenzio denso che ne seguì, Stella lo guardò ironica sforzandosi di rimanere seria ed Elettra diede una gomitata nel costato a Marta, che iniziò a ridacchiare.
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