SCHEDA LIBRO
Titolo: “Un oceano di sensi”
Data di pubblicazione: 19 Febbraio 2019
Autrice: Maria Teresa De Donato
Genere: Narrativa d’amore
Formato: Cartaceo copertina flessibile e kindle
Lunghezza stampa: 102 pagine
SINOSSI
La Vita è un viaggio, un viaggio che si percorre contemporaneamente a doppio senso: in avanti, attraverso l’esperienza quotidiana, ma anche, e soprattutto, a ritroso grazie ai ricordi. Ed è proprio durante un viaggio in macchina che Claudia, la protagonista del romanzo, una donna di origini siciliane nata nella Libia degli anni ’40 al tempo della colonizzazione italiana, rivive il suo passato. Improvvisamente cinquant’anni di vita le sfrecciano alla velocità della luce davanti agli occhi proprio come immagini impresse sulla pellicola di un film. La memoria la proietta in un tempo ormai lontano e così Claudia si ritrova bambina a raccogliere i sassi lungo la spiaggia dell’antica cittadina di epoca romana Leptis Magna; torna a godere appieno dell’azzurro intenso ed infuocato del cielo libico e delle acque del Mediterraneo mentre passeggia di nuovo per le strade della sua amata Tripoli. Rivive la fine a sorpresa del suo matrimonio, la nascita di suo figlio, la fuga dalla Libia in seguito al colpo di stato e all’avvento al potere del Colonnello Gaddafi ed il suo definitivo trasferimento in Italia come profuga: una vita più volte spezzata, ma seguita sempre da una forte volontà e determinazione a ricominciare da zero nel tentativo di trovare finalmente il proprio posto nel mondo, un luogo che possa essere chiamato “casa”.
Tanti i ricordi, ma tante anche le domande, profonde ed introspettive, che Claudia si pone e a cui cerca di dare delle risposte oneste nella speranza di aver imparato le lezioni che la Vita sembra abbia voluto darle, ma soprattutto, la speranza di averle capite al fine di evitare di ripetere eventuali errori – ammesso che di ‘errori’ si sia trattato…
BIOGRAFIA AUTRICE
Maria Teresa De Donato nasce nel 1961. In quanto alla sua vena di scrittrice possiamo dire che è “figlia d’arte”, anzi, “pronipote d’arte”. Suo bisnonno paterno è stato, infatti, l’Avv. Prof. Vincenzo Pennetti di Volturara Irpina (AV), avvocato specializzato in Diritto Internazionale e Professore all’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, il quale collaborò con varie testate giornalistiche napoletane e fu autore di molti libri di diritto, nonché amico e collaboratore del famoso poeta e drammaturgo Gabriele D’Annunzio, uno dei massimi esponenenti del Decadentismo italiano. Anche il fratello del bisnonno Vincenzo, Giuseppe Gaspare Baldassarre, ingegnere e storico, fu autore di molteplici pubblicazioni legate alla storia dell’Irpinia. Romana di nascita, Maria Teresa è vissuta nella città ‘eterna’ dove ha studiato e lavorato fino agli inizi del 1995 prima di trasferirsi definitivamente negli USA, Paese in cui risiede da circa 24 anni. Dopo essersi diplomata presso l’Istituto Tecnico per il Turismo “J. F. Kennedy”, Maria Teresa ha frequentato per due anni la Facoltà di Magistero – Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Università “La Sapienza” di Roma, interrompendo però gli studi alla fine del secondo anno non sentendosi particolarmente motivata a proseguirli e, allo stesso tempo, studiando giornalismo presso la Scuola Superiore di Giornalismo “Accademia”. Una volta negli USA, Maria Teresa ha ripreso gli studi di giornalismo diplomandosi presso l’“American College of Journalism” ed ha successivamente conseguito le lauree Bachelor, Master e Dottorato in Salute Olistica presso Global College of Natural Medicine, specializzandosi in Naturopatia, Alimentazione ed Erbalismo sia Occidentali sia Orientali (incluse, quindi, l’Ayurveda e la Medicina Tradizionale Cinese) ed in Omeopatia Classica Hahnemanniana, cui affianca da circa 35 anni l’attività di Coaching, con certificazioni in Gestione dell’Ira, Analisi del Conflitto, Negoziazione e Gestione del Conflitto, e Comunicazione Strategica per Coppie. La sua indole estremamente versatile ed eclettica, unita ad una molteplicità di interessi, nonché un approccio olistico e multidisciplinare non solo alla salute, ma anche e soprattutto alla vita stessa, le hanno consentito, negli anni, di pubblicare lavori di diversa natura. I suoi primi articoli apparvero nel Giornale In Cammino mentre frequentava le scuole elementari. Successivamente è stata autrice di alcune poesie, tra cui “Darkness” (Tenebre), “Ocean of Senses” (Oceano di Sensi) e “Night of Love” (Notte d’Amore). Le prime due sono state pubblicate negli USA dalla Cader Publishing sull’antologia Etchings nel 2000. “Ocean of Senses” ha ottenuto una Honorable Mention nell’estate del 2000 ed è stata pubblicata anche sull’antologia Ovations nell’estate del 2001, ottenendo, sempre nel 2001 il President’s Award of Literary Excellence, ed è apparsa anche sul N. 13 del periodico italiano L’Etruria (15/08/2002), nello spazio dedicato alla cultura. Negli anni Maria Teresa ha collaborato, in qualità di scrittrice freelance, content manager, EDITOR-IN-CHIEF.
RECENSIONE A CURA DI DENISE PRENCIPE
Oggi scrivo di un libro che ho divorato ed ho molto apprezzato sotto tutti i punti di vista.
Se dovessi riassumere questo racconto in una sola parola sarebbe: sensualità, crudele, spietata, e, allo stesso tempo, mai puramente erotica o volgare, cosa che mi è piaciuta come giovane lettrice.
È un romanzo che segue, più che una storia, un percorso di vita e di crescita…
La protagonista femminile è Claudia, una figura particolare, in quanto è dotata della capacità di aspettare, ascoltare e comprendere se stessa e chi la circonda. È una donna estremamente femminile, intelligente ed introspettiva, tre aggettivi che associo personalmente anche al racconto e alla stessa scrittrice, dotata di indiscutibile talento nel narrare e lo scrivere un libro.
Claudia legge e ascolta l’esistenza…
La vita di questo personaggio tanto interessante ed affascinante è piuttosto difficile, come quasi tutte quelle presentate all’interno del volume, però, la cosa che secondo me unisce davvero tutti i protagonisti della vicenda è l’amore, visto in diversi modi, ma, con la costante di situazione peculiare e difficile da vivere ed affrontare.
Ci sono infatti, in questo manoscritto, persone che in amore non sono in grado di perdonare e perdonarsi, altre che non hanno il coraggio di amare, e, ancora, chi vede l’affetto come un mero dovere.
Non mancano però i personaggi che incarnano la figura dell’amore come tormento, ed altri, che descrivono l’amare come la più alta forma di vita, unione fisica e spirituale, e di condivisione…
“Oceano di sensi” è un libro che come la stessa autrice afferma, va in due direzioni, avanti, al futuro, attraverso le nuove vite e le rinascite, e indietro, al passato, con gli errori, i rimorsi ed i rimpianti; presentati tutti come dolci, amari e perturbanti ricordi, non sempre come sbagli…
Non è facile parlare di questo racconto senza far spoiler, in quanto è molto breve, ma, vi assicuro, incredibilmente intenso, e, a renderlo tale è anche l’ambientazione negli anni 60, in un’Italia come sempre divisa.
Anche se in poche pagine, Maria Teresa De Donato, riesce a farci conoscere meglio anche un piccolo pezzo di storia della nostra nazione, affranta e sconcertata, eppure, incredibilmente decisa!
In tavola viene messa anche l’emigrazione, nel periodo oltretutto della colonizzazione italiana: Claudia è una giovane donna di origini siciliane nata nella Libia degli anni 40, che arriverà in Italia, e, si ritroverà a percorrere il nostro paese in una serie di tristi, e talvolta felici, viaggi di necessità.
Attraverso Claudia viene mostrata la bellezza e la difficoltà dell’essere donna, sensuale e femminile nell’Italia del vicino passato e di oggi, in un paese che da sempre è arte e donna nel significato più alto che si può attribuire a queste due parole, e, attraverso il periodo storico scelto sapientemente, viene analizzato lo scontro tra il bene e il male con le guerre e le controversie di una Nazione, la lotta tra la gioia e l’amore e la sofferenza e la perdita…; situazioni sociali che si ritrovano a diventare anche mentali, e a coinvolgere l’intera popolazione italiana nelle proprie relazioni sempre in bilico tra gloria e distruzione.
A questo punto voglio fermarmi un momento per fare i complimenti all’autrice, che ha saputo mischiare una travolgente vicenda di amore, vita e sensualità, e, una di storia italiana, di guerra e speranza, dando vita ad un libro breve ma completo e dettagliato, ben scritto e descritto anche dal punto di vista storico, senza per tal ragione toccare la noia, e, arricchendo il bagaglio culturale del lettore.
Come anche accennato nella prefazione, l’Italia è femmina, come, per quanto mi riguarda, anche questa lettura, entrambe infatti sono pure e allo stesso tempo passionali e ardenti.
Si riesce a riconoscere la femminilità e la grazia che caratterizza il nostro genere, anche nelle figure maschili dell’opera.
Claudia non è altro che la donna che ognuna di noi è, e, l’Italia, paese che altro non è che la massima espressione di arte nel mondo…
Il libro è quindi chiaro che diventa, ad ogni pagina, sempre più unito da un filone che conduce e collega ogni particella di questa storia, ogni atomo, attimo e senso, sono uniti a formare un oceano.
“Un oceano di sensi”, questo è il miglior titolo che poteva essere attribuito a questo libro, in quanto è cristallino eppure mente, inganna, perché lo stesso mare sembra azzurro ed invece è trasparente…
In questo meraviglioso ed inquietante volumetto c’è tutto, tutto ciò che è provocare ed emozionare: tatto, olfatto, udito… Ciò viene espresso in maniera sensuale, sofisticata, magistrale e profonda.
Il libro è vivo, vivido, e parla di vita e, della differenza che c’è da quest’ultima con la sopravvivenza, perché la nostra esistenza non deve mai diventare un’abitudine, o qualcosa che ci scorre addosso come gocce di pioggia sul viso e sul corpo, rigandoci e segnando i nostri lineamenti decisi; trasformando il dono dell’acqua nell’abitudine del bagno.
È una storia che parla di patria e del bisogno di averla, un libro che parla di emozioni e la voglia o la paura di provarle.
Ripercorrendo le vite di Claudia e degli altri personaggi, tra i tanti viaggi e le formazioni personali, vediamo il percorso della società femminile e dell’intera Italia, da bambina, ragazza, femmina e poi donna.
Donna libera, sicura e carnale.
Dea fiera, forte e nostalgica.
Perché l’amore è donna, l’arte è donna, l’Italia è donna, lo è anche “Oceano di Sensi”, che oltre a essere tale, è un inno sensuale, eccitante, provocante e focoso alla vita e all’euforia!
Una scrittura chiara, snella e fisica quella della De Donato, scritta in un italiano corretto e buonissimo.
Un piacere leggere questo libro per provare nuovi sentimenti, per accendere o riaccendere fiamme, per scoprire un oceano fatto di peccato e non sempre di pentimento.
Una storia certamente non priva di difetti ma che merita di essere letta, proprio come la nostra vita, che merita, in quanto unica come questo racconto, di essere goduta, amata e vissuta…
Concludo con alcuni passaggi no-spoiler che io ho sottolineato, avendomi in modi differenti colpita, e, che potrebbero far capire meglio il tipo di scrittura e narrazione di questo manoscritto:
“Avere un’attrazione fatale per qualcuno, così come innamorarsene, è meraviglioso. È qualcosa che sfiora il mistero ed è quasi inspiegabile, a prescindere dai tentativi fatti dalla scienza di dare al tutto una giustificazione razionale, descrivendo cosa avvenga a livello fisico, mentale ed emotivo quando questo accade. Qualunque sia la spiegazione scientifica, noi tutti percepiamo che c’è molto di più che va ben oltre tale spiegazione e che forse non comprenderemo mai.”
“Per la maggior parte di noi, la vera vita è quella che non viviamo.” – aveva pensato più volte Claudia riflettendo sulle parole dello scrittore irlandese Oscar Wilde. Quante volte, infatti, e per più di vent’anni, aveva guardato il tramonto senza in realtà vederlo! Aveva vissuto tutto quel tempo come uno zombie, procedendo meccanicamente, quasi per inerzia, come un automa privo di coscienza… Era stato come se la Claudia-madre, la Claudia-lavoratrice, la Claudia-figlia avessero continuato ad esistere, mentre il suo vero io, la sua stessa essenza si fossero assentati, fossero andati in letargo o, peggio ancora, fossero morti e sepolti.
“A Claudia aveva raccontato di come non avesse amici intimi con cui sfogarsi e di quanto, invece, avvertisse il bisogno di una persona con cui parlare, senza paura di essere frainteso e senza timore di un ‘secondo scopo’, con lealtà e schiettezza e di come questa esperienza con lei lo gratificasse, gli permettesse anche di sognare e al tempo stesso lo spaventasse il pensiero che anche questo loro rapporto potesse finire…”
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