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Amabili interviste con Maria Lidia Petrulli

Intervista a cura di Daniela Sardella. 

Benvenuti al nostro angolo intervista. Sempre pronti e presenti per poter parlare di  un nuovo ospite. Non voglio ripetermi, ma devo dire che, grazie a questo spazio dedicato agli Autori, si comprendono tante cose e sopratutto si conoscono persone eccezionali.  Voi penserete :” Ci sono troppe persone che si improvvisano scrittori” . Potrei rispondere che avete ragione , che ormai tutti pensano di avere quel dono particolare , perché qui di dono si parla , ma vi assicuro che c’è chi merita la vostra attenzione. A questo proposito vi presento l’ ospite odierno, una scrittrice che mi ha colpito profondamente e leggendo le risposte da lei fornite,  ho avuto un ulteriore conferma !

Oggi per Amabili letture blog è con noi la scrittrice Maria Lidia Petrulli. In questa intervista lei ci parlerà del suo percorso e ci presenterà uno dei suoi scritti: ” Il Collezionista di Clessidre “. Partiamo con le nostre domande e vi ricordo che questa intervista sarà ulteriormente sviluppa all’ interno del nostro gruppo Amabili letture blog,  gruppo affiliato alla pagina Facebook. Sabato 20 dalle 9.00 alle 13.00 potrete porre le vostre domande e in un secondo momento l’ Autrice fornirà le risposte .

Benvenuta Maria Lidia Petrulli e grazie per essere qui con noi. Partiamo :

•Conosciamo l’ Autrice . Chi è Maria Lidia Petrulli ?

Prima di iniziare, un sincero saluto a tutti e un grazie per questa intervista, per la pazienza con cui leggerete e per l’interesse che spero di suscitare. Un grazie affettuoso va a Daniela Sardella per le idee e la dedizione che mette in ogni cosa che fa.

Chi è Maria Lidia Petrulli, bella domanda, a volte me la pongo anch’io. D’acchito direi un cocktail di idealismo, di amore appassionato per le persone, oltre che una viaggiatrice accanita: mi piace il mondo, vederlo con i miei occhi, respirarlo, toccarlo con le mie mani. Non mi accontento del virtuale. Per cui, appena posso, mi organizzo per tempo e parto, nel modo più economico possibile.
Ma Lidia è anche una solitaria, che non si annoia con se stessa, che ama ascoltare e che ha spesso la testa piena di storie: calma, mettetevi in fila, non facciamoci prendere dal panico, tanto prima o poi qualcosa di accettabile ci esce. Spero di aver dato una visione abbastanza aderente al reale di me stessa.

 

• Quando è nato l’ amore per la lettura?

 Da quando, penultima erede di una stirpe di cugini più grandi, mi rifilarono i loro libri, i collages che facevano sulle storie che leggevano e mi misero a disposizione le librerie delle loro stanze in cui, piccola e coi capelli ricci, mi aggiravo curiosa cercando di carpirne i segreti. Fiabe russe, cinesi (che ho ancora, ben conservate come cimeli) e altre che successivamente non ho più trovato in commercio… nel frattempo ne avevo ritagliato irrimediabilmente le illustrazioni. Ma avevo quattro, cinque anni, forse prima, forse dopo, per cui spero di essere scusabile. Del resto sono stata sempre attirata dalle immagini, e forse il mio primo tentativo creativo è stato proprio il disegnare, ma non riuscendo neanche a tenere una matita in mano, le parole devono essermi sembrate le più appropriate alle esigenze del momento. Dopodiché ho continuato, a casa mia i libri fioccavano, e a tutt’oggi, se vado in libreria, faccio fatica a non lasciarci diversi euro, di conseguenza: ho la casa piena di libri che devo ancora leggere.

 

• Quando è cominciato il cammino nell’ ambito della scrittura ? E come ha curato questa passione?

 Per quel che ricordo, ho iniziato a scrivere poesiole quando, da Roma, sono arrivata a Cagliari, al seguito di mio padre, un sostenitore della lettura, il che non mi dispiaceva, credo che il primo vero romanzo, Piccole Donne, devo averlo letto non più tardi dei 7 anni. Ho continuato a scrivere poesie sino all’università: le storie, all’epoca, restavano nella mia testa, muovevo i personaggi in un teatro personale. Il primo romanzo, una cosa orribile che ho ancora, su un quaderno, l’ho scritto in guardia medica turistica, poi, piano piano, sulle orme di Tolkien, della Bradley e di Ursula Le Guin, ho iniziato a scrivere cose più articolate, di genere fantasy. Nella mia ingenuità le avevo pure mandate a qualche editore, che all’epoca rispondevano ancora e non con frasi fatte, naturalmente con esito negativo. L’Arpa e Il Segreto del Dolmen mi introduce nel mondo dell’editoria nel 1996, e nel 2002 nasce la mia vera avventura letteraria con Sui Sentieri di Avalon: da allora, seppure con dei salti temporali, non ho mai smesso di pubblicare… Nel frattempo, il mondo dell’editoria si chiudeva a riccio. A tutt’oggi comunque mi batto e vado avanti, non scrivo più fantasy perché ogni genere ha la sua stagione, ma poiché penso che il passato sia importante, ripresi i diritti di tutto quel che ho pubblicato in passato, ho revisionato, aggiornato e ripubblicato tutto su Amazon, in ebook, la propria storia non si deve mai perderla di vista. Per cui, chi fosse curioso, può cercarmi su Amazon e trovare tutta la mia produzione, rivista e corretta, con titoli e copertine nuovi.
Naturalmente ho letto molto e tutti i generi, ho fatto due corsi di scrittura creativa, insomma, ho affinato idee e tecnica.

• Ho scoperto piacevolmente che ha scritto diversi libri, tra cui:” Il Collezionista di Clessidre”. Vuole parlarci un po’ del racconto?

 Il Collezionista di Clessidre è un noir psicologico in cui volevo affrontare la dimensione temporale secondo la teoria quantistica che mi ha sempre appassionata. Non volevo che a investigare fosse il solito commissario, poliziotto… Volevo una persona non addetta a questo tipo di lavoro, una di noi, e ho scelto una psichiatra. Lo ammetto, gioco in campo conosciuto essendo la mia professione. Volevo ridare vita a due persone che mi sono state care e che oggi non ci sono più, Brigitte e Giovanni, alle loro stranezze e particolarità, così li ho fatti muovere nel teatro mentale che via via immaginavo. Ho messo l’accento sull’umanità, sul rapporto umano che si viene a creare fra psichiatra e paziente, ho fatto tesoro delle leggende che avevo appreso della civiltà celtica di cui sono da sempre un’appassionata. Per i personaggi, alcuni sono inventati di sana pianta, come la contessa, il nano e il direttore dell’albergo, per l’Orologiaio e Edmondo mi sono rifatta a personaggi incontrati, conosciuti, apprezzati. Ho creato una storia che parlasse senza stancare, ma incuriosire, del sottile legame che unisce le persone, le bugie, le cose omesse, e le contraddizioni della psichiatria, all’interno di un’azione che è psicologia e materiale al tempo stesso. Volevo che fosse un romanzo dove tutti, uomini e donne, potessero identificarsi, trovarvi un messaggio nascosto, e dove l’amore e l’amicizia giocassero un ruolo fondamentale. Molti lettori lo hanno definito un giallo, ma credo che noir sia più appropriato.

• Come nasce l’ ispirazione di questa storia talmente accurata nei minimi dettagli, dei luoghi magnifici dove si svolge tutto.

La storia nasce proprio da una riflessione sull’importanza che ha per noi il tempo, su come lo viviamo, bistrattiamo… Non siamo mai contenti del tempo che viviamo. Per il resto ho giocato in casa. Lo studio dove comincia la storia è quello in cui lavoro, coi limoni grossi come pugni e i gerani sui balconi. La casa di Brigitte, il litorale dove si svolgono alcune vicende, sono quelli vicino casa mia, dove ho trascorso la mia adolescenza, qui in Sardegna. Vi faccio ridere: molti lettori del cagliaritano sono andati sul posto per rivedere cose che avevano avuto sotto gli occhi per anni senza mai dare loro importanza. E non appena passerà l’estate e i turisti lasceranno le spiagge, voglio andarci e fare delle foto con il libro, per mostrare quanto la fiction possa avvicinarsi alla realtà.
Per quel che riguarda il sud della Francia, lo conosco bene avendoci vissuto sei anni. Sei anni in cui ho studiato posti, case, viuzze e archi. Così Antibes, Cannes e i tanti altri luoghi del romanzo sono vissuti in prima persona e non su Google maps. Ammettiamo comunque che, a volte, si rivela uno strumento potentissimo per un viaggio letterario.

• Secondo lei qual è’ ingrediente essenziale che non deve assolutamente mancare in un libro, quel particolare che riesce a catturare il lettore tanto da trascinarlo tra le pagine ?

 

Credo che gli ingredienti debbano essere diversi. Innanzi tutto, dei personaggi che abbiano spessore; i personaggi sono archetipi, possono parlarci proprio perché rappresentano qualcosa che sta già dentro di noi, se sono blandi, troppo ambigui e negativi, potrebbe scattare un rifiuto perché non riusciamo a identificarci. Identificarsi è indispensabile per la buona riuscita della storia, perché vuol dire che il lettore è dentro la storia.
L’intreccio dev’essere altrettanto curato, sospendere l’azione quand’è il caso, per creare l’aspettativa e invogliare la lettura, non avere la fretta di spiegare tutto e soprattutto non subito, saper dosare, è il segreto pe avvincere il lettore con la propria storia, non cadere nel banale, nei luoghi comuni, si rivelerebbe deleterio. Non si deve aver paura di dare un significato psicologico, sociale e quel che si voglia, alla storia: la storia deve comunicare qualcosa, arricchire. Mai trascurare i personaggi secondari, danno pepe, rendono la storia più credibile e realistica. E lo stile. Non si scrive come si parla o si mangia, cercare un proprio stile, provarne di nuovi, e non trascurare neppure le possibilità date dall’utilizzazione di punti di vista e tempi meno consueti. Sperimentare è una gran cosa, fa crescere, ci rende autori sempre diversi che sanno sorprendere ogni volta. E mettersi alla prova invece di restare all’interno di cliché che possono stancare. Questo è vero soprattutto quando non si è un Carofiglio o altro autore quotato, ai quali non tolgo niente, possiamo solo imparare da loro, ma noto che molti di loro diventano troppo spesso degli scrittori seriali: sempre lo stesso ambiente, personaggio… Personalmente, alla lunga mi stancano, vorrei che uno scrittore fosse capace di inventare personaggi, scene e strutture sempre diversi.

 

• Durante la stesura del suo libro si è presentato un momento di difficoltà? Se si, qual è e come lo ha affrontato ?

In questo romanzo in particolare, non ricordo momenti di difficoltà, ma in altri li ho avuti, eccome. La mia tecnica solita è lasciar stare, distaccarmene, lasciare che il momento maturi da solo, che da solo trovi la sua strada. Il che non avviene grazie allo spirito santo, è il nostro cervello che funziona così. Ricordate il detto “la notte porta consiglio?”… magari ne occorrerà più di una, ma alla fine la soluzione arriva.

 

• Ha mai avuto la sensazione che i personaggi prendessero il sopravvento ?

Credo che, a un certo punto della storia, i personaggi abbiano una vita propria, ci suggeriscono alternative, spunti interessanti, cose cui non abbiamo pensato: a mio avviso, è saggio seguirne i consigli, non dimentichiamo che è il nostro inconscio che parla. E l’inconscio non è che dica sempre la sacrosanta verità, ma ci azzecca spesso.

 

• Una volta pubblicato il suo libro cosa ha provato ?

Quando un libro è pubblicato, tiro un sospiro di sollievo, il mio bebè ha avuto il suo riconoscimento, soddisfazione di mamma, ma non dev’essere vero che “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, occorre essere umili e saper vedere quel che non va nel nostro lavoro, questo perché si deve tendere a non accontentarsi mai, a crescere, a porsi nuovi obiettivi. Naturalmente poi comincia l’estenuante lavoro del farsi conoscere, della promozione, che affiderei tanto volentieri ad altri. Ma occorre mettersi in gioco, il lettore vuole un rapporto con l’autore che apprezza, ed è anche giusto che sia così, cercando di non cadere nel protagonismo. Il lettore vuol sapere chi sei, per questo vado alle presentazioni anche dei colleghi, perché oltre le parole del loro libro voglio saggiare la persona.

 

• Cosa dobbiamo aspettarci in futuro?

Il futuro in questo momento è molto vicino, perché a breve uscirà il mio primo libro pensato e scritto direttamente in francese: lavorare in Francia mi ha regalato una seconda lingua che amo tantissimo. “écrire ne tue pas assez” è una storia molto ironica e divertente sul rapporto genitori figli, e si basa su fraintendimenti colossali, oltre a essere giocato come un noir. È tutto scritto al presente e l’effetto è davvero ben riuscito. L’ho tradotto in italiano e vedremo se riuscirò a farlo pubblicare dalla mia casa editrice italiana. A fine ottobre, invece, uscirà un altro noir che parla di un argomento che sta a tutti molto a cuore: lo stalking. Naturalmente è un romanzo un po’ più al femminile, ma non mancano figure maschili positive: patteggio per la parità dei sessi.
Nel frattempo, avendo ormai una certa esperienza, ho deciso di mettere su un piccolo servizio editoriale: mi occupo di editing e traduzioni dal francese all’italiano e viceversa, ho scritto un piccolo manuale di scrittura creativa, anche questo su Amazon, e collaboro con colleghi francofoni. Mi è capitato più volte anche in passato di aiutare giovani scrittori e, che io sappia, ne sono rimasti contenti. Inoltre tradurre mi affascina, mi trascina, lo faccio proprio col cuore. Ho appena finito di tradurre il romanzo di un’amica francese in italiano ed è venuta fuori una cosa molto carina, ho tradotto dall’italiano in francese parecchi romanzi, fra cui uno dei miei.

 

Prima di concludere l’intervista, volevo ringraziare Daniela, la sua passione il suo lavoro, e tutti voi che mi state leggendo. Fatemi presente tutte le vostre curiosità, io resto a vostra disposizione e risponderò alle domande che avrete voglia di porre. Un saluto a tutti e ancora un grazie di cuore.

Ringrazio la nostra ospite non solo per l’ accuratezza utilizzata nel rispondere alle nostre domande , ma per la gentilezza , la sua disponibilità e le parole spese riguardo la mia persona in primis e per il Blog , progetto a cui tengo particolarmente. Per noi è stato un onore averti qui e rinnoviamo l’ appuntamento a Sabato 20 , all’ interno del nostro gruppo Amabili letture blog dove sarai presente per poter rispondere ad ulteriori domande.

Grazie infinite e come sempre Amabili letture blog ciaooo!!!!!

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